Fatte lavorare in nero, pagate appena 50 centesimi l’ora. Donne lavoratrici per una ditta del Bergamasco, che arrivavano a uno stipendio massimo di 250 euro al mese. Nove, addette alla ‘sbavatura di guarnizioni in gomma’, impiegate oltre ai dipendenti in regola: lavoravano a casa loro, nei comuni di Adrara San Rocco, Villongo e Castelli Calepio. Si tratta di 8 donne indiane e una italiana: venivano pagate in base al numero di pezzi lavorati. In alcuni casi la paga era un euro per mille pezzi lavorati, considerato che per eseguire la lavorazione di 1000 pezzi potevano
essere necessarie anche due ore, ecco che il guadagno di fatto era di 50 centesimi all’ora.Sono state scoperte dai militari della guardia di finanza di Sarnico nel corso di un blitz in un capannone di Credaro, sede di una ditta gestita da una cittadina indiana. L’azienda è stata multata per complessivi 27 mila euro, con obbligo di regolarizzare i lavoratori per l’intero periodo di lavoro prestato in nero e pagamento dei relativi contributi evasi.