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Il Mose ieri non è entrato in funzione e Venezia è finita sott’acqua. Il picco massimo si è fermato a 138 centimetri alle 15.30, a fronte di previsioni che indicavano in 125 la punta massima possibile (le paratoie si alzano solo con previsioni dai 130 in su). «Cause contingenti – come spiegato ieri dal sindaco Luigi Brugnaro – e il rinforzo del vento dalla Croazia non previsto» hanno messo in scacco la città e il suo sistema di barriere mobili. Si tratta di un’evenienza che ha portato a molte critiche e alla richiesta dello stesso primo cittadino di rivedere la cabina di regia e prevedere dei protocolli più rapidi per la gestione del sistema di dighe mobili.
Acqua alta a 135-140
Questa notte le paratoie si sono alzate a fronte di una previsione di 125-130 centimetri alle 9.30 di questa mattina (la punta massima si è poi fermata a 123), ora Venezia si appresta, stando a quanto previsto dal Centro maree del Comune, a tre giorni di acqua alta importante. Domani mattina alle 8 il picco dovrebbe essere di 135 centimetri, per venerdì e sabato, rispettivamente alle 7.55 e 8.35 della mattina, si prevedono delle punte massime di 140 centimetri.
Il provveditore Cinzia Zincone ha spiegato all’Ansa che in base alle stime del bollettino che prevede acqua alta per tutta la settimana le paratoie del Mose potrebbero restare alzate per tre giorni di fila. «Stiamo cercando di calibrare le aperture e le chiusure nel modo migliore. – ha spiegato, anticipando anche un tavolo per analizzare quanto successo ieri e apportare, laddove necessario, cambiamenti importanti alle procedure per l’attivazione del Mose.
I problemi del porto
Con il sistema di barriere attivo, probabilmente per tre giorni consecutivi, sono grossi i disagi che sta sperimentando (e continuerà a sperimentare) il porto. «Il porto di Venezia sta vivendo delle ore molto difficili – spiega il commissario straordinario dell’autorità portuale Pino Musolino – poiché si trova a non avere un accesso al mare in presenza. Solo questa mattina avevamo 8 navi ferme in rada e 9 in laguna in attesa di uscire. Domani, alla luce delle previsioni che ci sono state comunicate, prevediamo che circa una decina di navi dovranno modificare i propri orari per evitare di rimanere ferme. Purtroppo si sta realizzando tutto quello che avevamo previsto negli ultimi anni: senza una conca di navigazione funzionante che permetta alle navi di entrare ed uscire nella laguna anche con le barriere del Mose sollevate i porti di Venezia e Chioggia non possono resistere a lungo e sono destinati a perdere competitività e, di conseguenza, commesse e occupazione».
Il commento di Cipriani
In merito al grande tema del Mose è intervenuto anche il patron dell’Harry’s Bar Arrigo Cipriani. «Il grande scandalo – ha detto a AdnKronos – è che quest’opera costata oltre 6 miliardi di euro è pensata per funzionare con una acqua alta sopra i 110 centimetri, e non ci si è accorti che anche a questo livello parte di Piazza San Marco, e soprattutto la basilica, vanno sott’acqua. Ieri si sono anche sbagliate le previsioni, si sapeva che la marea sarebbe salita ancora, rispetto alle prime indicazioni. Per questo in cabina di regia, dove si decide, bisogna che si cambi: ci devono essere esperti che prendano decisioni in tempi più rapidi».