AGI – Si è sottoposta al lungo controesame degli avvocati della difesa ‘Silvia’ (nome di fantasia), la studentessa di 23 anni che accusa di violenza sessuale di gruppo Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5S, Beppe, e i suoi tre amici genovesi Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Per lei quella di oggi in tribunale a Tempio Pausania è stata un’altra udienza durissima e con ogni probabilità lo saranno anche le prossime, previste il 13 e 14 dicembre prossimo, in cui i legali dei quattro imputati continueranno a sollevare una serie di contestazioni sulla sua versione.
“Il processo si gioca sulla attendibilità e credibilità della ragazza”, aveva sottolineato l’avvocato Gennaro Velle, che difende Francesco Corsiglia, poco prima dell’inizio dell’udienza di stamattina. Ci sono elementi di contraddizione rispetto alle dichiarazioni della altra ragazza che era presente e a elementi ulteriori negli atti, a cominciare dai contenuti dei cellulari”.
Uno dei punti controversi riguarda il bacio che ‘Silvia’ avrebbe scambiato al ‘Billionaire’ di Porto cervo con Ciro Grillo, di cui nelle ultime udienze, lo scorso settembre, aveva parlato ‘Roberta’, amica di ‘Silvia’ e altra parte offesa nel processo, per le foto oscene scattatele quella notte fra il 16 e il 17 luglio 2019 mentre dormiva nella casa della presunta violenza durante una vacanza in Costa Smeralda. “Non è stata la sola a parlare del bacio”, ha detto Velle, “ne ha parlato anche un altro testimone presente” al Billionaire.
“Caccia all’errore”
“I legali di controparte, facendo il loro lavoro, stanno ponendo una serie di domande di caccia all’errore”, ha riferito ai giornalisti, durante una pausa dell’udienza, Giulia Bongiorno avvocata della ragazza italonorvegese, 23 anni, “Come spesso capita in questi processi, è come se la persona offesa dal reato che ha denunciato qualcosa di grave improvvisamente fosse sul banco degli imputati. Quindi, ci sono una serie di domande su com’era vestita, su precedenti frequentazioni, sulla scuola cattolica, ovviamente dirette a tratteggiare una personalità che poi alla fin fine la mia assistita ha sempre respinto”.
Ieri ‘Silvia’ aveva risposto alle domande del pubblico ministero Gregorio Capasso e con la sua avvocata e ripercorso quanto avvenuto quattro anni fa in una casa del Pevero in uso alla famiglia Grillo. Una deposizione “fra i singhiozzi”, come ha riferito la sua legale, sospesa una volta per consentire alla ragazza di riprendersi, e in cui la giovane ha raccontato l’inferno che ha attraversato dopo aver denunciato i fatti, tra atti di autolesionismo, disturbi alimentari e corse lungo i binari per farsi mettere sotto da un treno.
“Per lei il sesso è sacro”
“La mia assistita ha sempre, anche nelle chat, riferito che in realtà per lei il sesso è sacro”, ha aggiunto Bongiorno. “Ci sono delle chat che sono come le scatole nere degli aerei, cioè nella scatola nera si trova la verità. In una chat lei dice chiaramente che per lei il sesso è sacro, che una cosa è scherzare, avere degli atteggiamenti amichevoli ma che le dava fastidio che essendo norvegese venisse considerata come una persona leggera”.
“Sicuramente è una persona che ha avuto dei flirt, ma per lei il sesso è sacro, sacro”, ha ribadito la sua avvocata. “Questa è la linea che emerge in maniera documentale. Poi è chiaro, oggi si sta parlando della tuta, di com’era vestita”.
“Credo che in italia sia abbastanza frequente che si facciano domande dirette a screditare i testi”, ha risposto l’avvocata a proposito di una domanda dei cronisti sulla vittimizzazione secondaria della sua assistita. “Capita sempre, quindi non metto a mia volta sul banco degli imputati gli avvocati. In questo momento io assisto una ragazza provata. Questa notte non ha chiuso occhio perché ieri ha dovuto rivivere questa vicenda. Una ragazza che di fronte a tutte questa storia è come se volesse essere la più precisa possibile ma cade in momenti di grande sconforto, in momenti in cui vorrebbe che al più presto finisse tutto. Però, con grande rigore sta andando avanti”.
In aula potrebbe essere mostrato nelle prossime udienze un video girato quella notte nella casa del Pevero dove si sarebbero consumate le violenze. “E un video ovviamente sconvolgente“, ha detto Bongiorno. “Non so cosa succederà”.
La difesa: “Nessuna vittimizzazione”
“Nessuna vittimizzazione secondaria, abbiamo fatto il nostro lavoro per accertare la credibilità e l’attentibilità del racconto della teste”, dichiara all’AGI l’avvocato Velle. “Sì, abbiamo chiesto come fosse vestita la ragazza, che consideriamo un elemento chiave in un processo per stupro per capire come sono venuti via gli abiti dal corpo. Un vestito, per esempio, è diverso da una maglietta o da pantaloni lunghi”.
“Noi avevamo proposto di non sentire la ragazza in aula e di fare acquisire direttamente al tribunale l’intera videoregistrazione della denuncia da lei presentata a Milano” al suo rientro dalla Sardegna quattro anni fa, ribadisce Velle. “Così avremmo evitato di fare ore e ore di contestazioni, che servono quando la teste dice cose diverse da quelle riferite durante le indagini preliminari. Avremmo così risparmiato fatica, tempo e sofferenza. Ma la parte civile ha voluto un esame ordinario”.
Le difese, secondo le quali la studentesse quella notte era consenziente, sostengono di aver rilevato “una miriade di difformità” rispetto a dichiarazioni precedenti. In aula è stato anche riprodotto un audio che ‘Silvia’ ha mandato a un’amica il 28 luglio 2019, una decina di giorni dopo i fatti e che gli avvocati della difesa ritengono elemento rilevante a discarico degli imputati. Dopo quelle di dicembre altre due sono udienze previste il 31 gennaio e il 1 febbraio 2024.