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Dl crescita, maxi scivolo nelle grandi imprese: in pensione sette anni prima

Giu 3, 2019

MILANO – In pensione sette anni prima, grazie a un maxi fondo pubblico, ma solo per le grandi aziende che imboccano la via della trasformazione tecnologica. È quanto prevede un emendamento al decreto crescita presentato dai relatori Raphael Raduzzi (M5S) e Giulio Centemero (Lega) nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. In via sperimentale per il 2019 e il 2020, con una spesa rispettivamente di 40 e 30 milioni di euro, le grandi imprese con un organico superiore alle mille unità potranno realizzare dei pre pensionamenti con scivoli di 7 anni.

L’emendamento fissa il perimetro di applicazione della misura. “Nell’ambito dei processi di reindustrializzazione e riorganizzazione”, si spiega, le imprese che avviano uno “strutturale” sviluppo tecnologico dell’attività potranno stipulare “un contratto di espansione con il ministero del lavoro e le associazioni sindacali” con la previsione di nuove assunzioni. Per i lavoratori che invece si trovano “a non più di 84 mesi” dalla pensione “il datore di lavoro riconosce per tutto il periodo e fino al raggiungimento del diritto” una indennità mensile “liquidabile in unica soluzione commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro così come determinato dall’Inps”.

Il Pd attacca: “Impreparati”

Intanto però il Pd va all’attacco della Maggioranza, accusando i relatori di non avere fornito sufficienti chiarimenti sugli emendamenti presentati. “Avevamo chiesto di sospendere la seduta per esaminare i testi, ma avete voluto proseguire i lavori con una illustrazione che non c’è stata, non voglio infierire sui relatori però l’esposizione è parziale per non dire inesistente”, ha attaccato l’ex ministro Maria Elena Boschi, che ha proseguito: “non è la prima volta che i relatori si fanno portatori di istanze del governo, la prossima volta consiglio di arrivare preparati”.

Il Partito democratico ha chiesto quindi di rinviare la seduta, per consentire di esaminare i testi e presentare i subemendamenti entro il termine fissato per le 18.00 ma i due relatori, Giulio Centemero (Lega) e Raphael Raduzzi (M5s), hanno detto di essere pronti a illustrare le norme presentate, così da evitare l’interruzione.

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