Benvenuti ad Asgardia! No, non vi stiamo portando sul set del film Marvel a incontrare Thor, Loki e Odino, e nemmeno nel regno della mitologia norrena in cui vivono gli dei. Vi invitiamo a diventare cittadini della prima nazione nello Spazio, Asgardia. Sembra una battuta, e in effetti il progetto è talmente ambizioso da sembrare fantascienza, ma i promotori hanno messo in conto anche questo, e hanno spiegato che sicuramente la gente in un primo momento riderà, ma “io non sono preoccupato” ha spiegato uno di loro: “tutto ciò che all’inizio è incredibile sembra una pazza idea”.
Il nome probabilmente è stato scelto per indicare un Olimpo attuale, che non solo è collocato materialmente più in alto della Terra, ma che evoca anche lo spirito del progetto: proteggere la Terra da qualsiasi minaccia spaziale e istituire una nazione indipendente da quelle terrestri, con un proprio quadro giuridico che – tra l’altro – regolamenti anche lo sfruttamento pacifico dello Spazio.
L’idea è di Igor Ashurbeyli, scienziato e ingegnere russo che nel 2013 ha fondato l’Aerospace International Research Center (AIRC) a Vienna, David Alexander (direttore dello Space Institute della Rice University), Ram Jakhu (direttore dell’Institute of Air and Space Law della McGill University), Joseph N. Pelton (direttore del Research Institute dello Space and Advanced Communications Research Institute presso la George Washington University) e Dumitru-Dorin Prunariu (cosmonauta rumena).
Hanno presentato il loro progetto in una conferenza stampa a Parigi in cui hanno sottolineato come “la componente scientifica e tecnologica del progetto possa essere spiegata in tre parole: pace, accesso e protezione“.
I dettagli finora diffusi sono molto scarni. Quanto all’ultimo elemento, la protezione consiste in un satellite, che dovrebbe essere lanciato entro i prossimi 18 mesi (nel 2017, 60 anni dopo il lancio dello Sputnik, il primo satellite artificiale), che fornirà uno “uno scudo protettivo per tutta l’umanità contro le minacce naturali e non alla vita sulla Terra, come i detriti spaziali, le espulsioni di massa coronale, e le collisioni con asteroidi“. Il piano è fuor di dubbio audace, basti pensare che le agenzie spaziali di tutto il mondo e i militari non sono ancora riusciti a capire come evitare che i satelliti entrino in collisione uno con l’altro, per non parlare di proteggere la Terra dall’impatto con una roccia delle dimensioni di una città.
In ogni caso, il piano prevede poi la costruzione di una stazione spaziale permanente “in cui le persone potranno vivere e lavorare, con proprie regole e leggi“.
Ma non finisce qui. “Quello che stiamo facendo ora è una chiamata alle armi”, nel senso che i fondatori stanno chiedendo alle persone comuni di unirsi al progetto tramite il sito ufficiale, che “permetterà alle prime 100.000 persone di registrarsi per diventare cittadini di Asgardia oltre che cittadini della propria nazione terrestre”.
Da dove vengono i finanziamenti
Il portavoce Timothy Wild non ha voluto rivelare a Business Insider a quanto ammontano i finanziamenti, ma ha detto che Ashurbeyli aveva messo da parte una notevole quantità di denaro per l’avvio del progetto.
Alla luce di questo, “siamo assolutamente certi che il satellite verrà lanciato entro 18 mesi”, ma ha ammesso che “in termini di numeri assoluti non ci siamo ancora”, e non ha voluto spiegare come i fondatori di Asgardia intendano raccogliere il denaro mancante.
Per avere un’idea dei costi basti sapere che al momento una delle tariffe più convenienti per i voli spaziali è quella proposta da SpaceX, che addebita circa 60 – 65 milioni di euro per un lancio, e che per costruire la ISS sono stati necessari circa 100 miliardi di dollari e lo sforzo congiunto di circa 18 nazioni.
Si può effettivamente creare una nuova nazione nello Spazio?
Sempre che l’iniziativa si concretizzi, non sono pochi gli scenari potenzialmente problematici che apre. Prima di tutto Asgardia sembra un tentativo di eludere l’Outer Space Treaty, che riconosce alle nazioni terrestri il compito di sovrintendere a qualsiasi attività spaziale intrapresa a partire dal proprio territorio, che essa sia opera di enti governativi, aziende private o organizzazioni non profit. Allo stesso modo la nazione si prende carico della responsabilità per eventuali danni che i manufatti lanciati nello Spazio possano arrecare sia nello Spazio sia ovunque sulla Terra.
Per stessa ammissione degli ideatori di Asgardia “la creazione di una nuova nazione nello Spazio, imprese private, innovazione e di sviluppo delle tecnologie spaziali a sostegno dell’umanità potranno fiorire libere dalle restrizioni e dal serrato controllo statale che esiste attualmente”.
Nel comunicato stampa ufficiale Ashurbeyli specifica che “Asgardia è una nazione a pieno titolo, indipendente, oltre che un futuro membro delle Nazioni Unite, con tutto quello che questo stato comporta”.
“Il progetto prevede la creazione di un nuovo quadro che regolamenta la proprietà, che si adatterà alle leggi dello Spazio vigenti in materia di responsabilità, di proprietà privata e d’impresa, in modo che siano idonei allo scopo nella nuova era dell’esplorazione spaziale.”
Cosa ne dite? Se state pensando di aderire all’iniziativa sappiate che Asgardia non è ancora stata riconosciuta da alcuna nazione, né dalle Nazioni Unite, e non è chiaro come potrebbe evitare il controllo di qualche nazione terrestre, dato che sulla Terra non possiede un territorio di sua proprietà da cui lanciare il suo satellite.
L’idea di “democratizzare lo Spazio” però è intrigante, così come la prospettiva: secondo gli ideatori “sarebbe meno rischioso che andare su Marte. E si potrebbe più facilmente ritornare sulla Terra se non vi piacesse”.