Da grande voglio fare il pilota. Lo dice la stragrande maggioranza dei bambini e, come è noto, in pochi ci riescono davvero. Ma quali sono le tappe che hanno seguito quelli che ce l’hanno fatta. La testata online di Pirelli lo ha chiesto a Marco Matassa, Head di Ferrari Driver Academy. La scuola più valida per muovere i primi passi è quella offerta dai kart. “Prima si comincia ad avere qualche approccio con la pista e meglio è. La regole, però, deve essere divertirsi, perseguire il divertimento prima ancora del risultato” – ha spiegato Matassa, aggiungendo, però, che si comincia realmente a fare sul serio con la Formula4, intorno ai 15 anni, che è l’età minima per la partecipazione. “Una età – aggiunge – che coincide con l’inizio delle scuole superiori e che è molto delicata. Chi si affaccia al motorsport non dovrebbe mai perdere di vista l’impegno della scuola. Serve un giusto equilibrio”.
Per chi, invece, è a bordo pista, è quella l’età giusta anche per identificare il vero talento. Che, però, non basta mai da solo, come sottolinea lo stesso Matassa: “Chi nasce veloce, è solo veloce se non si affina durante il percorso. Bisogna imparare alcune nozioni, come i regolamenti sportivi, si deve conoscere tecnicamente la propria vettura, serve saper gestire l’ansia, ma anche saper parlare davanti a una telecamera o conoscere le lingue perché viviamo in un mondo cosmopolita. Sono questi gli ingredienti che fanno un campione fuori e dentro la pista”.
Da un punto di vista strettamente tecnico, le parole d’ordine, almeno all’inizio sono due: traiettoria e frenata. Solo dopo, quando le basi sono poste e il talento è riconosciuto, viene il momento di fare i conti con la velocità. “Per sostenere le accelerazioni delle monoposto – conclude Matassa – devi avere una buona preparazione fisica, sia a livello di collo che di braccia. Per affrontare alcuni circuiti, come il Mugello o Silverstone, dove la differenza di velocità la fai in curva, il pilota deve essere al top. La velocità del pilota del resto la vedi in curva”.