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Dirigenti statali, dal nuovo contratto 273 euro in più

Ott 13, 2019

ServizioServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùl’ACCORDO

Nell’intesa salvaguardia per chi perde l’incarico e trasparenza sui bandi

di Gianni Trovati

13 ottobre 2019


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(Ansa)

3′ di lettura

Il riassunto parla di un aumento medio mensile intorno ai 273 euro lordi. Ma il quadro disegnato dal contratto dei dirigenti della Pa centrale è molto più articolato: nelle cifre e nei contenuti.

Ad arricchire il panorama c’è prima di tutto il fatto che per la prima volta finiscono sotto lo stesso tetto contrattuale i dirigenti dei ministeri, delle agenzie fiscali e degli enti pubblici non economici (Inps e Inail per esempio), che finora erano divisi. Questo passaggio, che attua uno dei punti più delicati dell’accorpamento delle aree dirigenziali voluto 10 anni fa dalla riforma Brunetta, ha allungato i tempi delle trattative. E ha prodotto un contratto articolato in 100 articoli e 11 dichiarazioni congiunte.

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L’intesa siglata da Aran e sindacati riguarda circa 6.700 dirigenti pubblici, divisi in più famiglie. Per quelli al vertice delle strutture amministrative, cioè i 400 dirigenti «di prima fascia», gli aumenti lordi tutto compreso (tabellare e parti fisse e variabili della retribuzione aggiuntiva) sono da circa 497 euro nei ministeri, 523 nelle agenzie fiscali e 577 negli enti pubblici non economici. Per la seconda fascia, cioè la tipologia largamente più diffusa, le cifre di riferimento vanno invece dai 241 euro dei ministeri ai 288 delle agenzie per arrivare ai 318 degli enti pubblici. Nel contratto rientrano però anche i professionisti degli enti pubblici, che arrivano da una storia retributiva più contenuta e ottengono quindi dall’accordo una spinta più forte in vista dell’allineamento progressivo alla dirigenza: per loro la firma di ieri vale fra i 285 e i 311 euro. A chiudere l’elenco ci sono i circa 500 dirigenti medici del ministero della Salute (non sono i medici della sanità, che il loro contratto l’hanno già chiuso), che ottengono fra i 194 e i 221 euro.

Ma la prima manifestazione pratica del contratto, una volta che avrà superato l’esame di Mef e Corte dei conti, sarà l’una tantum degli arretrati. Perché l’intesa riguarda il 2016/2018, e porta con sé il recupero del passato: l’una tantum varrà intorno ai 5mila euro (gli aumenti sono progressivi negli anni, e per 2016 e 2017 si calcolano solo sul tabellare), e arriverà tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo.

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