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N’Dicka e l’Eintracht: semifinale europea dopo 39 anni

Apr 22, 2019

ROMA – C’era ancora il muro di Berlino. L’Eintracht Francoforte ha raggiunto il traguardo di una semifinale europea dopo trentanove anni. Era la squadra allenata da Friedel Rausch, in porta giocava Jürgen Pahl, l’austriaco Bruno Pezzey guidava la difesa, la mezzala era Bernd Hölzenbein (campione del mondo con la Germania dell’Ovest di Helmut Schön nel 1974), il centravanti era Harald Karger (cinque gol) e in attacco la sorpresa si chiamava Cha Bum-Kun, sudcoreano, potente e veloce, 98 reti in Bundesliga e solo un cartellino giallo in tutta la carriera. Un Eintracht da collezione, che vinse nel 1980 la Coppa Uefa battendo in finale il Borussia Mönchengladbach di Lothar Matthäus e Jupp Heynckes. Ora, dopo una lunghissima attesa, può ripetere quella magia. In semifinale di Europa League affronterà il Chelsea di Sarri, dopo aver chiuso la fase a gironi al primo posto con otto punti di vantaggio sulla Lazio, aver eliminato l’Inter negli ottavi e il Benfica nei quarti.

L’ESAME – Sfida che promette emozioni e spettacolo. L’Eintracht vanta il secondo attacco del torneo (28 gol e 144 tiri): il migliore è quello del Chelsea (30 gol e 149 tiri). Quarto in Bundesliga e protagonista in Europa: è l’unico club tedesco a rappresentare la Germania all’estero. Un mosaico costruito con abilità e intuto dal tecnico austriaco Adolf Hütter, 49 anni, due titoli in carriera (con il Salisburgo e con lo Young Boys in Svizzera nel 2018), che aveva ereditato in estate la panchina dal croato Niko Kovac, pronto a regalare la Coppa di Germania e a salutare Francoforte per firmare un contratto di tre anni con il Bayern Monaco, dove ora può consegnare al club di Uli Hoeness il settimo titolo consecutivo.

LE FORMULE – Hütter alterna due moduli: il 3-4-1-2 e il 3-1-4-2. In porta c’è Kevin Trapp, che si è rilanciato dopo la deludente esperienza nel Paris Saint Germain. Il leader della difesa è l’austriaco Martin Hinteregger, centrale, arrivato a gennaio dall’Augsburg: aveva già lavorato con Hütter nel Salisburgo. Una linea a tre completata dall’esperto David Abraham, argentino, ex Independiente, e da Obite Evan N’Dicka, classe 1999, francese, origini camerunesi, scoperto la scorsa estate nell’Auxerre (Ligue 2) e costato cinque milioni e mezzo di euro, una delle rivelazioni dell’Eintracht. A centrocampo le chiavi decisive sono rappresentate dal mediano Sebastian Rode, preso in prestito a gennaio dal Borussia Dortmund, con un passato nel Bayern, e dall’esterno sinistro Mijat Gacinovic, che è cresciuto nel Vojvodina e che nel 2015 aveva conquistato il Mondiale Under 20 con la Serbia di Milinkovic-Savic.

JOVIC E IL REAL – La grande ricchezza è in attacco. L’asso è Luka Jovic, 21 anni, serbo come Gacinovic, 17 gol in Bundesliga e 8 in Europa League. Vale una fortuna, il giornale spagnolo Marca ha rivelato che Jovic è nella lista dei rinforzi del nuovo Real Madrid: piace a Zinedine Zidane, costa settanta milioni di euro. Plusvalenza speciale per l’Eintracht, che lo aveva ingaggiato nel 2017 dal Benfica con la formula del prestito biennale e che lo ha riscattato nei giorni scorsi per dodici milioni. Jovic incanta, così come si è rivelato un affare l’arrivo di Sebastien Haller, classe 1994, francese, 14 gol in Bundesliga e 5 in Europa League. Ma non manca l’alternativa di lusso, comunque: è Ante Rebic (1993), ex Fiorentina, 9 gol in campionato e uno in Europa League.

IL CT DESCHAMPS – L’asta per Jovic è aperta. Offerte importanti anche per N’Dicka, diciannove anni, mancino, un metro e 92, contratto fino al 2023, nazionale francese Under 20, la stima del ct Didier Deschamps e Raphaël Varane come punto di riferimento, anticipo, colpo di testa, ventisei presenze e un gol (all’Hannover) in Bundesliga, nove partite da titolare in Europa League, assente per squalifica nella sfida di ritorno con il Benfica.

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