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Diciotti, Salvini ci ripensa: “Negare l’ok ai giudici”. Toninelli: “Se processate lui, processate anche tutto il governo” – Il Fatto Quotidiano

Gen 29, 2019

Quella per la nave Diciotti è stata una decisione presa “nell’interesse pubblico“, per questo “va negata l’autorizzazione ai giudici“. Matteo Salvini ci ripensa. Il ministro dell’Interno non è più certo di voler rinunciare all’immunità parlamentare. Al contrario ha chiesto esplicitamente al Senato di votare per salvarlo dal processo. E lo fa con una lettera al Corriere della Sera in cui replica alle accuse di sequestro di persona e abuso d’ufficio che gli vengono mosse dal tribunale dei ministri di Catania, in relazione al caso dei 177 migranti costretti a rimanere a bordo della motonave della Guardia costiera senza il permesso di sbarcare. Dopo la richiesta d’archiviazione della procura, il Tribunale dei ministri di Catania ha chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere e saranno quindi i senatori a dover decidere con un voto se Salvini possa essere processato.

Toninelli e Grillo: “Processateci tutti. Fu scelta di governo” – “Ma sulle pagine del quotidiano di via Solferino non c’è solo la voce di Salvini. “Se processano Salvini devono processare anche me e tutto il governo. Se vogliono farlo diventare un processo al governo vogliamo andare tutti davanti a un giudice”, ha rilanciato il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, che in un’intervista sempre al Corriere ha mostrato il suo sostegno al vicepremier garantendo che la tenuta della maggioranza non è minacciata dall’esito di questa vicenda. “È stato Salvini, mi pare, a chiedere di andare in giudizio – ha detto -. Non è un processo a lui e non sarà un processo al Governo, perché sarà il Governo stesso a dire in modo compatto che quella era una decisione collegiale di tutto l’esecutivo”. In pratica la stessa linea seguita da Giulia Grillo: “Sono allineata a quello che decidiamo all’interno del Movimento, vedo però politicamente importante il messaggio che siamo tutti uniti in questa battaglia, quindi poi va valutato concretamente il quesito”, ha detto il ministro della Salute a Sky. “Quella – ha aggiunto – è stata un’azione di governo, concertata e condivisa da tutti noi ministri, quindi non ritengo Salvini l’unico responsabile di questa azione. Il messaggio deve essere chiaro: questo Governo ha un’azione corale precisa, come sta avendo in questi giorni sulla Sea Watch, per mettere fine a questa situazione ignobile per cui l’Italia deve essere giornalmente messa in difficoltà di fronte a un problema che è evidente che non riguardi solo il nostro Paese”.

Carelli (M5s): “Non so come voteremo” –“È evidente che Salvini abbia cambiato idea o almeno il suo avvocato. Noi M5S lavoriamo con coerenza e abbiamo sempre dato l’autorizzazione a procedere“, è la posizione del sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano intervistato a Radio Anch’io. “Conte e Di Maio hanno detto chiaramente che sono dispostissimi a farsi processare insieme, credo che debbano essere parte del processo perché sono scelte collegiali di tutto governo”, ha aggiunto rispondendo alla domanda su come il M5S voterà nella giunta per le autorizzazioni sul vicepremier Salvini. Dopo la lettera del ministro e la dichiarazione di Toninelli, però, qualcosa sembra muoversi anche tra i Cinquestelle. Luigi Di Maio aveva annunciato nei giorni scorsi il voto a favore del processo a Salvini, ma oggi il deputato Emilio Carelli dice: “Io adesso non so se voteremo sì o no, perché le cose son cambiate in queste ultime ore. Ripeto, a mio parere dobbiamo aspettare quello che si diranno poi Salvini e Di Maio in queste ore”. L’ex direttore di Skytg 24 ha poi spiegato di ritenere colpevole anche altri ministri: “Penso che noi dobbiamo innanzitutto prendere nota di questo cambiamento di opinione. È giusto e anche lecito che una persona possa cambiare opinione. Quindi Salvini chiede ora di non dare l’autorizzazione a procedere. Devo ricordare che il M5S non ha mai negato in passato l’autorizzazione a procedere. Quindi c’è una prassi del Movimento. Detto questo dobbiamo ricordare che la decisione fu collegiale, non fu solo di Salvini. Quindi Conte e Di Maio si dovrebbero ricordare di essersi associati a questa decisione e chiedere a loro volta di essere processati

La lettera di Salvini –“La mia vicenda giudiziaria è strettamente legata all’attività di ministro dell’Interno e alla ferma volontà di mantenere gli impegni della campagna elettorale”, scrive Salvini citando i dati su sbarchi e rimpatri. “Non rinnego nulla e non fuggo dalle mie responsabilità di ministro. Sono convinto di aver agito sempre nell’interesse superiore del Paese e nel pieno rispetto del mio mandato. Rifarei tutto. E non mollo. La valutazione del Senato è vincolata all’accertamento di due requisiti (ciascuno dei quali di per sé sufficiente a negare l’autorizzazione): la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o il perseguimento di un preminente interesse pubblico”, spiega Salvini. “Il Senato non è chiamato a giudicare se esista il fumus persecutionis nei miei confronti dal momento che in questa decisione non vi è nulla di personale“. Infatti, prosegue il vicepremier, “i giudici mi accusano di aver violato la legge imponendo lo stop allo sbarco, in virtù del mio ruolo di ministro dell’Interno”. “Dopo aver riflettuto a lungo su tutta la vicenda, ritengo che l’autorizzazione a procedere debba essere negata. E in questo non c’entra la mia persona. Innanzitutto il contrasto all’immigrazione clandestina corrisponde a un preminente interesse pubblico, posto a fondamento di precise disposizioni”, sottolinea ancora il leader della Lega. “In secondo luogo, ci sono precise considerazioni politiche. Il governo italiano, quindi non Matteo Salvini personalmente, ha agito al fine di verificare la possibilità di un’equa ripartizione tra i Paesi dell’Ue degli immigrati a bordo della nave Diciotti. Questo obiettivo – conclude – emerge con chiarezza dalle conclusioni del Consiglio europeo del 28 giugno del 2018″.

Forza Italia e Fdi: “Votiamo no” –Il leader del Carroccio raccoglie il sostegno da parte di Giorgia Meloni. “Fa bene Salvini a chiedere al Senato che sia respinta la richiesta dei magistrati di mandarlo a processo per il caso Diciotti. Fratelli d’Italia lo ha sempre detto: il ministro dell’Interno ha fatto solo il suo dovere, per questo voteremo no”, dice la leader di Fratelli d’Italia. “Sarebbe a questo punto scandaloso – aggiunge – se il M5S votasse per far processare uno dei vice premier, sarebbe la definitiva rottura dell’innaturale alleanza di governo grillo leghista”. Anche Forza Italia, intanto, conferma l’intensione di votare contro l’arresto del ministro dell’Interno e tira per la giacchetta i Cinquestelle. “Se il M5s vota Sì al processo a Salvini vuol dire che secondo loro il Ministro degli Interni non ha agito ‘per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governò. I grillini non si rendono conto che il processo a Salvini è il processo al loro governo”, dice Sestino Giacomoni.

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