• 13 Febbraio 2025 15:13

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Dialogo strategico automotive, cosa serve per risollevare davvero il settore

Feb 13, 2025

L’industria dell’automotive ha bisogno di cambiare marcia per ritornare a vedere la luce in fondo al tunnel. Sono ancora allarmanti i numeri che emergono ad inizio anno dopo un 2024 da dimenticare per i principali player del car market europeo. C’è bisogno di una strategia congiunta per superare una crisi profondissima e con pochi precedenti storici. La decisione di puntare sulla vendita di sole auto elettriche dal 2035 si è dimostrata un autorete per i colossi dell’automotive del Vecchio Continente. Si è steso un tappeto rosso alla crescita esponenziale di nuovi brand asiatici, in particolare cinesi, che stanno invadendo l’Europa.

Per fronteggiare a uno scenario allarmante occorrerebbe prendere delle contromisure volte a favorire i costruttori del Vecchio Continente in affanno. Nel quadro del Dialogo Strategico voluto da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, è emerso un piano d’azione con misure e iniziative che aiutino a superare la crisi della filiera delle quattro ruote. Il tema caldo è quello del mercato e delle infrastrutture, in cui costruttori e fornitori hanno evidenziato “preoccupazioni condivise” e proposto “azioni da mettere in atto immediatamente” per porre rimedio alla bassa richiesta di auto elettriche. Se queste ultime fossero state proposte come valida alternativa, piuttosto che come imposizione, probabilmente, vi sarebbe stato un effetto molto diverso.

Con grande presunzione i burocrati di Bruxelles hanno ritenuto che la stragrande maggioranza degli automobilisti avrebbe accettato di passare ad auto a zero emissioni, rinunciando al piacere di viaggiare su vetture a benzina o diesel. Chi è cresciuto con il sound di potenti motori a combustione interna non è disposto a investire grandi cifre per una tecnologia che ha ancora dei grossi limiti, a partire da quelli infrastrutturali. Alle nostre latitudini l’utilizzo di una EV rappresenta ancora un patema, soprattutto nel Meridione e sulle Isole dove c’è una carenza di colonnine di ricarica funzionanti.

Incontro cruciale in Commissione europea

ll tema dei nuovi limiti 2025 sulle emissioni e delle multe che ne potrebbero derivare per i produttori di automobili ha animato il tavolo. L’incontro che Wopke Hoekstra, commissario per il clima ha definito “costruttivo”, ha sancito già delle importanti novità. Il confronto tra la Commissione Europea e le Case automobilistiche per elaborare un piano per uscire dalla crisi ruota intorno ai limiti sulle emissioni di CO2 e le relative sanzioni. In base alle prime indiscrezioni da Bruxelles è arrivata un’apertura che potrebbe risparmiare, almeno nel 2025, le pesanti multe ai costruttori, conservando gli obiettivi ecologici della UE.

Peter Liese, responsabile per le questioni ambientali del Partito Popolare Europeo, ha annunciato che il piano d’azione che sarà avanzato a marzo potrebbe includere una modifica legislativa per garantire l’accumulo e l’indebitamento di crediti di emissione, offrendo maggiore flessibilità ai produttori per soddisfare le disposizioni restrittive sull’inquinamento. “Se non si raggiungono gli obiettivi nel 2025, si può compensare superandoli nel 2026 e nel 2027“, ha dichiarato Liese come riportato sulle colonne di Alvolante.it. Il meccanismo è già attivo per le aziende che producono veicoli pesanti.

Il percorso di avvicinamento alla dead line dei motori termici nel 2035 prevede che le emissioni medie totali di CO2 delle automobili immesse sul mercato da una Casa non debbano oltrepassare i 93,6 g/km. Chi supererà questo limite sarà costretto a pagare una multa salatissima, pari a 95 euro per ogni grammo di CO2 in più rispetto alla soglia stabilita, moltiplicato per il numero totale di veicoli venduti. Per tantissime Case costruttrici potrebbero arrivare batoste miliardarie che potrebbero essere mitigate condividendo le proprie emissioni con produttori più virtuosi. Ad esempio si è fatta avanti la Tesla per salvaguardare Stellantis con evidenti vantaggi economici.

Si riapre il dialogo sugli incentivi

Se la Commissione Europea garantirà una soluzione per evitare le sanzioni alle Case produttrici vi potrebbe essere uno spiraglio di ripresa. Le multe, infatti, andrebbero a pesare come macigni sull’industria delle quattro ruote già in affanno, anche a causa dei competitor cinesi che vendono auto low cost. A marzo la Commissione presenterà il nuovo piano automotive, dato dal Dialogo Strategico avviato con i player del mercato. Bloomberg ha preso in esame le parole dell’europarlamentare tedesco Peter Liese.

La modifica al regolamento passerebbe attraverso un meccanismo che consentirebbe ai produttori di automobili una maggiore flessibilità nel soddisfare le disposizioni. Come si sta attuando il meccanismo compensativo per i veicoli pesanti si potrebbe averlo nei veicoli commerciali leggeri e nelle auto nei prossimi anni. I costruttori europei hanno bisogno di tempo e le conseguenze sarebbero devastanti in caso di arrivo di multe.

Quasi il 60% delle colonnine di ricarica si trova in soli tre Paesi“, ha affermato un portavoce dell’Acea in una nota stampa a commento del primo confronto europeo. Sulla base della proposta di Scholz al forum di Davos, l’associazione dei costruttori chiede “l’introduzione di incentivi all’acquisto e sgravi fiscali a livello nazionale ed europeo per spingere la domanda” di EV. L’obiettivo è quello di aiutare gli europei ad adeguarsi agli standard imposti nella stanza dei bottoni di Bruxelles.

Se intende superare l’attuale crisi di competitività dell’industria automobilistica europea, e che la domanda di veicoli elettrici aumenti, l’Unione deve mettere in campo politiche guidate dal mercato, non dalle multe – ha sancito Sigrid de Vries, direttore generale dell’Acea – Abbiamo chiesto nuovamente l’immediata sospensione delle sanzioni per la CO2 e la revisione del quadro normativo per le infrastrutture per i carburanti alternativi, ancora molto carente. Abbiamo anche appoggiato l’introduzione di uno schema di incentivi a livello europeo“.

Nel primo round del Dialogo si è toccato anche lo spinoso tema della neutralità tecnologica. L’obiettivo dichiarato è quello di abbracciare ogni soluzione che possa contribuire al raggiungimento degli obiettivi ambientali. “Infrastrutture e incentivi sono importanti, ma non possiamo discriminare alcuna tecnologia“, ha analizzato Benjamin Krieger, segretario generale della Clepa, l’associazione europea dei fornitori. “La decarbonizzazione dei trasporti richiede il miglior utilizzo possibile della leadership europea nell’ingegneria e nell’innovazione“.

Vi sarebbe anche l’opzione di non di ritirare le sanzioni ma di spalmarle su 3 anni con delle riduzioni per chi nello stesso periodo si adegua alle normative. Infine, non si esclude la possibilità di inserire tra i carburanti “accettabili” anche i biocarburanti, oltre ai sintetici voluti dalla Germania, su cui il governo italiano insiste con determinazione per garantire un’ampia scelta alle future generazioni di automobilisti. L’Italia potrebbe appoggiare la posizione della Francia in cambio di una disponibilità sul biofuel.

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