di Roberto Maida
domenica 3 dicembre 2017 09:36
ROMA – La qualità del gruppo. La personalità, del gruppo. La classifica che si accorcia. L’entusiasmo dei tifosi. Caspita, sì, anche la Roma adesso ci spera. «Non ci davano tra i favoriti, ora cercheremo di restare il più a lungo possibile attaccati al treno delle migliori» dice con modestia Eusebio Di Francesco, che di questa crescita delle percezioni è il principale responsabile. Ma la squadra è proiettata verso l’infinito. Un giocatore mediaticamente silenzioso come Manolas che afferma «Sono rimasto per vincere qualcosa» nel momento di firmare il rinnovo contrattuale è la conferma di una convinzione che sta prendendo corpo all’interno dell’eremo di Trigoria: se ci sta provando il Napoli, che ha 4 punti e una partita in più, perché non dovremmo guardare noi al vertice?
COME RUDI – È la storia a dare fiato alle ambizioni. Soltanto quattro volte, prima di oggi, la Roma aveva cominciato così forte in un campionato per media-punti. Alla fine, una volta è stato scudetto, altre tre c’è scappato un secondo posto. Battendo la Spal, Di Francesco ha eguagliato la partenza sprint di Rudi Garcia del 2013: 14 partite, 34 punti. Soltanto in un caso, con Fabio Capello nel 2003/04, la Roma aveva accumulato più punti a parità di gare disputate: 36.
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