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Derivati, l’ex ministro Grilli: “Rischio default con causa a Morgan Stanley nel 2011”

Dic 21, 2017

MILANO – Opporsi a Morgan Stanley nel 2011, rifiutando di pagare quanto previsto dalla clausola di estinzione anticipata relativa al derivato sottoscritto con la banca d’affari Usa, signficava correre avrebbe voluto dire per l’Italia “essere messa in default o pre-default”. È il giudizio espresso in commissione banche dall’ex ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, in carica nel periodo – tra fine 2011 e inizio 2012 – in cui la clausola venne effettivamente esercitata, costringendo lo Stato Italiano a pagare una somma complessiva di 3,1 miliardi di euro.

“A fine 2011-inizio 2012 lo spread dell’italia”, era oltre 500 punti, ha sottolineato Grilli, “tutti avevano timore che l’Italia potesse fare default e aprire un contenzioso su un derivato, e dire il Tesoro non paga, voleva dire per l’Italia essere messa in default o predefault”. “Ritengo che l’amministrazione abbia preso la decisione giusta in quel contesto perchè in quel momento non rispettare un contratto avrebbe avuto conseguenze gravissime”, ha aggiunto.

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