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Demolizione del moncone Est, Bucci conferma il rinvio: «Sarà il 27 giugno. Oppure il 28» – Il Secolo XIX

Giu 18, 2019

Genova – Parlando a margine del convegno “Sviluppo sostenibile, economia circolare, infrastrutture, tutela del territorio”, Marco Bucci, sindaco del capoluogo ligure, ha dato nuove indicazioni sulle tempistiche della demolizione delle “pile” del moncone Est del ponte Morandi: «L’intervento con l’esplosivo sarà in un giorno feriale (dunque, non più il 24 giugno, sino a ieri la sua “best option”). Stiamo aspettando un detonatore molto sofisticato che arriverà dalla Spagna. Alcuni sostengono che sia anche meglio un giorno feriale, in ogni caso non possiamo permetterci il lusso di aspettare un giorno in più».

Il giorno dell’operazione, dunque, sarà «probabilmente il 27 giugno», ma la conferma arriverà in serata, quando si svolgeranno due assemblee con i cittadini di Certosa e Sampierdarena: «Se non sarà il 27, sarà il giorno dopo», ha aggiunto Bucci.

Successivamente, rispondendo in consiglio Comunale alla capogruppo del Pd, Cristina Lodi, che aveva chiesto informazioni sulla data della demolizione, il sindaco ha detto che «penso che non si andrà oltre il 28 giugno, perché il detonatore dovrebbe arrivare il 24. Aspettiamo ancora il risultato della commissione Esplosivi». Bucci ha detto anche di non aver ancora avuto «alcuna notizia ufficiale dal ministero dell’Ambiente» e ha rinviato alle assemblee pubbliche l’illustrazione del piano per l’evacuazione delle persone: «Ogni giorno di ritardo è un giorno in meno per la ripresa economica di Genova», dunque «il sindaco chiederà al commissario di accelerare i tempi…».

Il prefetto: «Le date non dipendono da noi»

«La commissione Esplosivi ha completato i lavori, ma non esprime pareri sulla data di demolizione bensì su tutto il complesso delle attività che porteranno all’esplosione», ha invece detto il prefetto di Genova, Fiamma Spena, dopo l’ultima seduta della commissione per la demolizione delle “pile” 10 e 11 del moncone Est. Ancora: «La data non dipende da noi – ha sottolineato la Spena – Ma ci sono una serie di altri fattori che saranno valutati dalla struttura commissariale a partire dall’arrivo degli esplosivi. I verbali della commissione saranno mandati in questura per le attività di competenza».

Domani, inoltre, è in programma una riunione del centro di coordinamento dei soccorsi «per valutare il piano di evacuazione predisposto dal Comune, una riunione del comitato per la Viabilità e giovedì una seduta del Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica a supporto dell’attività del commissario straordinario», ha concluso il prefetto.

Salini: «Metteremo telecamere nel cantiere»

Durante lo stesso convegno, Pietro Salini, Ad di Salini Impregilo, ha svelato che «metteremo 7 telecamere in cantiere per fare seguire minuto per minuto ai cittadini i lavori, anche per una questione di trasparenza», anche fornendo alcuni dettagli sui lavori di ricostruzione del Morandi.

Il convegno, organizzato nella sala Quadrivium in piazza Santa Marta, si sta svolgendo nel giorno in cui la Procura ha emesso due ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei vertici di una ditta– la Tecnodem – impegnata negli interventi di demolizione del viadotto.

Una vicenda che dimostra – è il parere di Salini – quanto sia efficace il sistema dei controlli incrociati sulle imprese collegate al cantiere: «Noi non facciamo i poliziotti, riguarda i demolitori e non i costruttori ma in generale è una questione che riguarda tutto il Paese. Comunque episodi del genere dimostrano che il sistema funziona».

Le telecamere

«Stiamo cominciando a mettere delle webcam in cantiere. Ce ne saranno 7, già ne sono in funzione 3, quindi tutti i cittadini potranno seguire l’andamento del cantiere. Stiamo anche cercando di realizzare una sorta di “partecipazione popolare“: vogliamo aprire il cantiere in alcuni spazi per far partecipare la popolazione alla ricostruzione di questo ponte».

Salini: «Le imprese non sono il problema, sono la soluzione»

In Italia «il ponte è un’opera sulla quale tutti noi abbiamo il cuore» perché significa «non solo ricucire Genova ma ricucire simbolicamente il rapporto tra imprese e popolazione. Significa far capire al paese che le imprese non vanno demonizzate: non siamo il problema siamo la soluzione». Lo ha detto Pietro Salini, ad di Salini Impregilo oggi a Genova. «Il lavoro è e deve essere al centro di tutti noi – ha detto Salini – Ci si può riuscire a fare le opere ma il tema vero è che abbiamo perso negli ultimi 20 anni la fiducia nel fare le cose e nel riuscire a farle. A Genova si dimostra che si può fare. Genova è nuovamente faro della civiltà del Paese perché dice a tutti con gran forza che se ci si crede e si lavora tutti insieme – istituzioni, privati, media – tutto si può».

Un momento del convegno “Sviluppo sostenibile, economia circolare, infrastrutture, tutela del territorio”
Sul tema delle infrastrutture, al di là del ponte Morandi, Salini è tornato sul tema dell’accorpamento tra nodo ferroviario e terzo Valico sia fondamentale: «Velocizzerà moltissimo: questo significa aver un’altra sicurezza per tutti i lavoratori, significa ripartire subito con le opere. Credo che ci siano delle risposte concrete che possiamo dare non solo noi che siamo responsabili dell’esecuzione, ma il Paese con una risposta anche all’occupazione: qua si parla di 7mila posti di lavoro nel complesso, 3mila posti di lavoro nuovi in questi mesi. Ricordiamoci che il nodo non è solo col cantiere di oggi ma è anche raggiungere i punti finali della destinazione ferroviaria. La nostra disponibilità a fare questo come Terzo Valico e Salini Impregilo credo che abbia aiutato molto nel rimettere in piedi l’infrastruttura, far ripartire i cantieri e avere i lavoratori sempre al centro. Il tema oggi è quello di avere i lavoratori al centro delle nostre attività, perché stiamo parlando di famiglie, di persone che devono credere nel futuro perché se non ristabiliamo la fiducia attraverso il lavoro, il Paese non riparte».

Per il nuovo Morandi, «i tempi saranno rispettati»

«Possiamo dare una risposta importante a alcuni problemi strutturali della città e, attraverso questo, soluzioni definitive ai trasporti, per ripristinare quella cesura che c’è stata con quella terribile tragedia – ha aggiunto Salini – E quindi cercare di fare del nostro meglio per riuscirci nei tempi più ristretti. E su questo posso dire che, per quanto riguarda il Morandi, i tempi saranno rispettati, salvo imprevisti ovviamente. Genova dimostra che in Italia le cose si possono fare e bene». In ogni caso non sono i costruttori a stabilire i tempi: «È il sindaco che detta l’agenda. Noi ce la mettiamo tutta – ha ribadito Salini – Stiamo aspettando in queste ore di veder completata la demolizione. Quindi da quel momento in poi l’agenda comincia con i suoi ritmi e quel che serve per raggiungere il risultato. Chiaramente ce la mettiamo tutta: le condizioni ci devono essere, perché se troviamo delle difficoltà impreviste dobbiamo poterle affrontare».

Il riutilizzo dei detriti, l’ipotesi: «A Sestri, per il cantiere del “ribaltamento a mare”»

I detriti dell’ex viadotto Morandi potrebbero servire per la realizzazione del cosiddetto ‘ribaltamento a mare’ ovvero l’ampliamento dello stabilimento Fincantieri di Sestri Ponente. «Se non sono pericolosi – ha detto il dg di Fincantieri Alberto Maestrini – potrebbero essere utilizzati lì, invece di spendere un sacco di soldi per smaltirli».

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