AGI – Il 13 maggio i difensori di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, potranno vedere davanti alla Corte d’Assise di Bergamo i reperti dell’inchiesta che portò all’arresto del muratore. La possibilità di vederli ma senza analizzarli, come chiesto invece dalla difesa, era stata sancita dalla Cassazione il 16 febbraio scorso.
“La Corte Assise – avevano scritto gli ‘ermellini’ – dovrà consentire alla difesa di Bossetti la ricognizione dei reperti, nei limiti già autorizzati in precedenti provvedimenti, stabilendo contestualmente le opportune cautele idonee a garantirne l’integrità. All’esito della ricognizione, se la difesa avanzerà nuova specifica richiesta, la Corte di assise dovrà valutare la concreta possibilità di nuovi accertamenti tecnici e la loro non manifesta inutilità”. Tra le prove di cui i legali chiedevano nuove analisi c’era anche quella del dna attribuito a Bossetti, ritenuta cruciale dai giudici nei verdetti di condanna in tutti i gradi di giudizio.