Come ha rivelato Der Spiegel, il ministro della Sanità tedesco e medico Karl Lauterbach vuole abolire il rimborso pubblico per i trattamenti omeopatici oggi vigente in Germania. In un messaggio su X, il funzionario del governo federale ha affermato che “l’omeopatia non ha senso come beneficio dell’assicurazione sanitaria (pubblica)”.
Lauterbach ha aggiunto che “la base della nostra politica deve essere l’evidenza scientifica”. Il ministro ha inviato ai suoi colleghi dell’esecutivo un documento in cui spiega come intende risparmiare costi che reputa non giustificati. Nel testo si evidenzia come “non possono essere finanziate con contributi le prestazioni che non comportano benefici clinicamente provati”. Per questo motivo verrà eliminata per le compagnie di assicurazione sanitaria pubbliche la possibilità di fornire “servizi omeopatici e antroposofici”, in modo da “evitare spese inutili”. Lauterbach si era già pronunciato nello stesso senso nel 2010 e nel 2019 sembrava vicino a raggiungere l’obiettivo, ma l’ex ministro della Sanità Jens Spahn impedì allora all’attuale ministro di attuare le proprie idee, visti i bassi costi complessivi per il sistema sanitario pubblico del rimborso dell’omeopatia.
Nel 2022, ormai ministro a sua volta, Lauterbach dichiarò nuovamente che avrebbe preso in considerazione l’eliminazione del rimborso delle spese sostenute per le prestazioni di omeopatia. All’epoca, il ministro della Sanità tedesco dichiarò che “sebbene l’omeopatia non sia significativa in termini di spesa, non trova posto in una politica sanitaria basata sulla scienza”. Adesso, sembra che finalmente ci siamo; pare davvero che, senza proibire l’omeopatia, per lo meno essa non sia più rimborsata a spese di tutti i tedeschi, compresi quelli che vorrebbero che la medicina seguisse l’evidenza scientifica, e non le obsolete teorie di qualche secolo fa, inventate da Hahnemann, i più recenti deliri antroposofici di Steiner o infine le fantasie dei loro moderni seguaci.
Dopo un passaggio simile, avvenuto nel 2019 in Francia, dopo che la Spagna ha da tempo deciso di eliminare certe pratiche pseudoscientifiche anche dalle proprie università e salvo ripensamenti, sembra proprio, quindi, che in Europa, il più promettente paradiso per i rimedi basati sulla pseudoscienza e per gli spacciatori di dottrine alternative rimarrà uno: l’Italia, il nostro paese, ove anche le università ormai sempre di più aprono le porte a ogni sorta di bufala, perché “lo vuole il mercato”. Avremo modo di riparlarne, appena terminerò di aggiornare il mio censimento sulle pseudoscienze accademiche nel bel paese.