MILANO – Dopo settimane di bozze e annunci, il Consiglio dei ministri chiuso nella tarda serata di giovedì – reso teso dal braccio di ferro sui rimborsi ai risparmiatori – ha approvato il decreto sulla Crescita. Anche in questo caso, come avvenuto per lo sblocca-cantieri nel recente passato, con la formula “salvo intese”. Significa che c’è ancora spazio per le modifiche e, come la storia recente insegna, molto può esser messo in discussione: del testo per far ripartire i progetti edili ancora non si hanno certezze.
Intanto, il governo scommette su un testo che nelle intenzioni dovrebbe arginare il rallentamento dell’economia e offrire una possibilità di sviluppo alle imprese. Dal ritorno dei superammortamenti, fortemente richiesti dagli imprenditori, alla tutela dei marchi del Made in Italy, ecco quali sono le misure contente. Per il vice premier Luigi Di Maio si tratta di un “piano di emergenza per la crescita in Italia, per fronteggiare le difficoltà europee”.
Rep
Tria e l’operazione verità sui conti pubblici nel Def: “No a giochi sui numeri”
di GOFFREDO DE MARCHIS
Super Ammortamento
Viene prorogata fino alla fine del 2019 (con possibilità di acquisto entro fine giugno 2020) la maggiorazione del 30 per cento del costo che gli imprenditori sostengono quando investono in beni strumentali per la loro attività. Sono esclusi i veicoli. Altra riduzione: il 130% si applica sulla parte di investimenti oltre il limite di 2,5 milioni.
Mini Ires
L’Ires al 15% su investimenti e nuove assunzioni inserita nelle Manovra va già in pensione. Al suo posto arriva un taglio dell’aliquota Ires – che parte quest’anno (dal 24 al 22,5%) per arrivare a scendere fino al 20% nel 2022 – per gli utili reinvestiti o lasciati in azienda. La stima è che lo sconto sull’Imposta sui redditi delle società, a regime, costi 2,5 miliardi.
Imu capannoni
Alle imprese guarda anche uno sconto ulteriore dell’Imu pagata sugli immobili strumentali. La deducibilità dal reddito d’impresa sale dal 40 al 50 per cento, subito, per poi arrivare all’80 per cento dal 2020. Dieci punti percentuali costano circa 80 milioni di euro.
Rep
E i risparmiatori, dopo otto mesi, ritornano al punto di partenza
di ROSARIA AMATO
Altri interventi fiscali
Come ha annunciato dal governo alla fine del Cdm, tra le norme fiscali entrano modifiche alla disciplina del patent box (si semplifica l’interlocuzione con le Entrate per avere l’agevolazione in caso di utilizzo diretto del bene intangibile), una nuova disciplina del credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo (prorogato alla fine del 2023 il tax credit pari per tutti al 25% degli investimenti incrementali) e per il “rientro dei cervelli” (sale da quattro a sei anni il regime fiscale agevolato del 2010 per docenti e ricercatori che trasferiscono la residenza, con riduzione dell’imponibile dal 50 al 70%. Chi trasferisce la propria residenza in una regione del Sud pagherà le tasse solo sul 10% del reddito), modifiche al regime dei forfetari (per gli autonomi che applicano la flat ta arriva la ritenuta alla fonte sui redditi corrisposti ai dipendenti), incentivi per la valorizzazione edilizia, una rivisitazione del “sisma bonus”, un nuovo regime fiscale per gli strumenti finanziari convertibili, norme in materia di banche popolari (rinvio al 2020 per l’obbligo di trasformarsi in Spa, all’appello mancano Sondrio e Bari), modifiche alla disciplina degli incentivi per gli interventi di efficienza energetica e rischio sismico, incentivi alle aggregazioni d’imprese (sconto fiscale sul disavanzo da concambio in caso di fusione), una nuova disciplina per la vendita di beni tramite piattaforme digitali e fatturazione elettronica, il credito d’imposta per le commissioni riferite a pagamenti elettronici da parte di distributori di carburante
Rottamazione Tributi Locali
Gli enti territoriali possono scegliere (in 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto) se aprire ai loro cittadini la rottamazione di multe, Imu, Tasi, Tari e via dicendo: le entrate in capo a enti locali, regioni, province e città metropolitane. Si potranno sanare le cartelle dal 2000 al 2017, senza sanzioni.
Minibond e nuova Sabatini
Entrano i bond delle medie imprese nel Fondo di garanzia per le Pmi, aumenta da 2 a 4 milioni il finanziamento agevolato per ogni azienda.
Altri interventi su investimenti
Ricorda il governo che per il rilancio degli investimenti si introducono: una garanzia statale funzionale allo sviluppo della media impresa, norme per la semplificazione della gestione del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, il rifinanziamento del fondo di garanzia per la prima casa, misure di sostegno alla capitalizzazione delle imprese e sui tempi di pagamento tra le imprese, norme per lo sblocco degli investimenti nel settore idrico nel Sud, la previsione di nuove dismissioni immobiliari enti territoriali, norme in materia di cartolarizzazioni, agevolazioni a sostegno di progetti di ricerca e sviluppo per la riconversione dei processi produttivi nell’ambito dell’economia circolare, la definizione delle società di investimento semplice (Sis), semplificazioni per la definizione dei patti territoriali e dei contratti d’area, norme per la creazione di nuove imprese “a tasso zero” e per la trasformazione digitale, contributi ai comuni per interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile.
Made in Italy
Arriva la definizione di “marchio storico” (di almeno 50 anni) e si istituisce un elenco dei brevetti e dei marchi storici al quale le imprese possono iscriversi. Con la misura viene introdotto anche il principio che la titolarità del marchio decade se il sito produttivo viene trasferito al di fuori del territorio nazionale.
Efficienza energetica dei Comuni
Stanziati 500 milioni di euro in favore dei comuni di tutta Italia per avviare opere pubbliche in materia di efficientamento energetico e di sviluppo sostenibile sul territorio.
Nodo Pir
Se si troverà l’intesa si dovrebbe ridurre all’1% la quota degli investimenti da destinare a Pmi e venture capital.
Alitalia
Possibile la conversione di una parte del prestito ponte (di 900 milioni concesso dallo Stato alla compagnia nel maggio 2017) in equity. Questo permetterebbe al Tesoro di entrare eventualmente nella newco per la nuova Alitalia con una quota che, nelle ipotesi finora indicate, potrebbe essere al 15%.