Il nuovo testo offre ai sindaci un lasso di tempo di 12 mesi, dopodiché gli “autovelox che non rispetteranno la norma” saranno disinstallati fino al loro adeguamento. Le multe in questo anno saranno dunque valide. Ma come sostiene Luigi Altamura, comandante dei vigli di Verona e membro del Tavolo di coordinamento delle polizie locali dell’Anci: “Se un Comune sa che quell’autovelox non risponde più alle caratteristiche del decreto sarebbe auspicabile interrompere subito le sanzioni per non porgere il fianco a migliaia di ricorsi”.
Resta, invece, però lo scoglio sull’omologazione degli autovelox non considerato attualmente dal decreto. Nessun dispositivo al momento risulta omologato e assicura il Ministro il “vulnus sarà sanato entro l’estate”. Fatto sta che chi ha ricevuto una sanzione, o per meglio dire una multa, da un dispositivo non omologato può fare ricorso e – stando alle leggi attuale – sarà esentato dal pagamento della multa.
Il caso di Pordenone ha fatto giurisprudenza, con il Comune che ha spento tutti i suoi dispositivi per rilevare la velocità di motociclisti e automobilisti per evitare i ricorsi. Questo è l’effetto dipeso dalla sentenza della Cassazione che alla fine del mese di aprile ha cancellato la multa per eccesso di velocità presa a Treviso da un automobilista in tangenziale, proprio perché il dispositivo che ha registrato l’infrazione non era omologato. Quindi, se da una parte il pericolo Fleximan è stato – forse – archiviato per il modo degli autovelox ci sono ancora tante zone d’ombra.