Roma, 3 ottobre 2019 – Tutto considerato, anche con sanzioni ‘ridotte’, il danno sarà superiore a un miliardo di euro. E forse oltre il doppio. Solo per l’agroalimentare – che in America esporta per 4,2 miliardi di euro – Federalimentare stima un potenziale di mancato export che va dai 650 milioni (considerando dazi al 30%) fino ai 2 miliardi, cioè un export praticamente dimezzato (in caso di dazi al 100%). E poi nella lista provvisoria elaborata dagli americani c’è la moda (dall’abbigliamento in lana, cotone e seta a quello da sci), gli articoli in ceramica compresi i sanitari, gli oggetti in argento, i bicchieri e la posateria, la biancheria i tappeti e le coperte, i materiali da costruzione, i trapani e gli utensili da lavoro, le motociclette tra 500 e 700 cc, le biciclette. Ma a pagare il conto più salato rischia di essere l’agroalimentare con vini, formaggi, salumi, pasta, olio extravergine di oliva, agrumi, olive, uva, biscotti, marmellate, succhi di frutta, pesce spada, pesche e pere in scatola, acqua, superalcolici e caffè nel mirino.
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Formaggi
In pericolo sono soprattutto i formaggi, anche per le pressioni della lobby dell’industria casearia Usa (Ccfn), che ha recentemente scritto a Trump per chiedere di imporre dazi alle importazioni dall’Europa. Gli Stati Uniti sono il secondo mercato estero, dopo la Francia, per l’export di Parmigiano Reggiano. Attualmente sono esportate 10.400 tonnellate l’anno. Il prezzo del Parmigiano Reggiano negli Usa si attesta attorno ai 40 dollari al chilo. Se i listini aumentassero a 60 dollari al chilo, il Consorzio potrebbe perdere il 90% della quota di mercato. Il danno sarebbe di 370 milioni di euro. Il sistema Grana Padano, in un anno, subirebbe invece un danno di 270 milioni di euro. Coi dazi i produttori temono una perdita record pari all’80-90% di export, qualora la tassa passasse da 2,15 dollari a 15 dollari al chilo. I dazi colpirebbero anche mozzarella di bufala, pecorino romano, asiago, fontina, taleggio, burro.
Olio e pasta
L’Italia nel 2018 ha esportato negli Stati Uniti olio d’oliva per 436 milioni di euro, mentre l’export di pasta in Usa ammonta a circa 305 milioni. Per l’olio extravergine d’oliva venduto negli States il prezzo salirebbe da 12,38 euro a 24,77 euro al litro (attualmente non c’è dazio sull’olio). E pure la pasta aumenterebbe sulle tavole americane a 3,75 euro al kg rispetto agli attuali 2,75 euro di media.
Vini
Le esportazioni di vini italiani negli Usa ammontano a circa 1,5 miliardi di euro e sono la prima voce del nostro export agroalimentare. Tutto dipenderà dall’entità dei dazi. Il prosecco in particolare va fortissimo in America (+17% quest’anno) ma con i dazi al 100% potrebbe vedere raddoppiato il prezzo di vendita che passerebbe dai 10-15 euro ai 20-30 euro. Come uno champagne.
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