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Dallo sgambetto di Macron al giallo Haftar, le tappe verso la Conferenza sulla Libia

Nov 12, 2018

La conferenza internazionale sulla Libia che si apre nel tardo pomeriggio di oggi a Palermo il risultato di un faticoso lavorio diplomatico promosso dall’Italia. Un pressing a tutto campo, sui principali player geopolitici e sui protagonisti libici della partita che si gioca nel paese del Nord Africa, che ha coinvolto gran parte del governo: dal premier Conte al ministro degli Affari esteri Moavero Milanesi; dal responsabile del Viminale Matteo Salvini al ministro della Difesa Elisabetta Trenta.

Alla fine, paradossalmente quella Francia che con mosse pi o meno concordate ha cercato di assumere l’iniziativa del processo di stabilizzazione della Libia, sar l’unico Paese occidentale a portare a Palermo un esponente di peso, il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian. Non ci saranno Trump, Putin; dopo un s di massima la cancelliera tedesca Merkel ha fatto un passo indietro.

Quando al secondo target di interlocutori, l’indicazione fornita nelle ultime ore da fonti dell’Esercito nazionale libico, in base alla quale il maresciallo di campo Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica, non sar presente al vertice siciliano riduce di molto la portata politica dell’iniziativa, il cui obiettivo stato fin dal principio quello di far sedere allo stesso tavolo i principali attori libici. Il forfait di Haftar, annunciato nelle ore che precedono l’apertura della Conferenza internazionale, priva dunque il tavolo di un interlocutore fondamentale, che controlla di fatto l’Est del Paese, specie se il tema quello di come stabilizzare un paese che, come i tumulti di Tripoli di settembre hanno dimostrato, stenta a trovare un assetto stabile.

Fonti del governo italiano rimangono fiduciose che alla fine Haftar parteciper al summit siciliano. Forse il maresciallo, ex ufficiale di Gheddafi, diventato castigatore di jihadisti (nel 2014 ha avviato l’Operazione Dignit a Bengasi, che gli ha consentito di sradicare la presenza di islamisti in quei territori) vuole alzare la posta per incassare di pi a Palermo. Per settimane la diplomazia italiana, ma anche i russi e gli americani, hanno cercato di convincere Haftar ad andare al summit. Nelle prossime ore, inevitabilmente, il quadro si definir.

Il vertice di Macron e l’opportunit di riprendere l’iniziativa diplomatica sull’iter di stabilizzazione

Il percorso verso la conferenza internazionale sulla Libia, che giunge a destinazione, ha registrato due accelerazioni. La prima nei giorni immediatamente successivi al vertice di Parigi del 29 maggio quando, su invito del presidente francese Macron, si siedono allo stesso tavolo i quattro principali protagonisti del processo di stabilizzazione del paese: il primo ministro Fayez al-Sarraj, Haftar, il presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk Aquila Salah Issa e quello del Consiglio di Stato di Tripoli, Khaled al-Mishri, esponente della Fratellanza Musulmana. Di fronte a un’iniziativa promossa in maniera in gran parte unilaterale dall’Eliseo, l’Italia decide di recuperare una posizione di leadership delle iniziative promosse sotto l’ombrello delle Nazioni Unite.

Il viaggio negli Usa del premier e l’endorsement di Trump a favore dell’Italia

La seconda accelerazione datata 31 luglio, quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte viene ricevuto alla Casa Bianca con una calorosa stretta di mano da Donald Trump. In occasione di quella visita, il capo del governo M5s-Lega incassa l’appoggio del presidente Usa alla Conferenza sulla Libia che si sarebbe tenuta in Italia (oltre a Palermo gira il nome di Sciacca), come aveva annunciato lo stesso Conte un mese prima in occasione del vertice Nato di Bruxelles. In occasione del viaggio negli Usa del capo del governo giallo verde arriva anche il semaforo verde del tycoon a una “cabina di regia permanente” tra Usa e Italia per il Mediterraneo in chiave di lotta al terrorismo, maggiore sicurezza, immigrazione e soprattutto Libia. Con questa cabina di regia – da attuarsi attraverso i reciproci ministeri degli Esteri e della Difesa – l’Italia assumerebbe un ruolo di punto di riferimento, in Europa, per la Libia e di interlocutore privilegiato con gli Usa.

Haftar contro l’Ambasciatore d’Italia in Libia: persona non gradita

Il 13 agosto, in un’intervista al Libya’s Channel, l’Ambasciatore d’Italia in Libia Giuseppe Perrone afferma che il Paese del Nord Africa ha bisogno di tempo per andare al voto, in quando ad oggi non ci sono le condizioni per garantire lo svolgimento democratico delle elezioni. L’intervista viene duramente criticata da Haftar, che considera le parole del diplomatico un’ingerenza negli affari interni della Libia, paese sovrano. Il comandante dell’Esercito nazionale libico ritiene l’ambasciatore italiano non pi gradito alla maggioranza dei cittadini libici. Nei giorni successivi Perrone torna in Italia. Ad oggi non ha ancora fatto ritorno a Tripoli.

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Lo stop del Consiglio di sicurezza Onu alle elezioni a dicembre

Un mese dopo, il 13 settembre il Consiglio di sicurezza dell’Onu boccia l’ipotesi di tenere elezioni nel paese del Nord Africa il 10 dicembre, come invece chiede la Francia. L’Italia legge la decisione dell’organo decisionale delle Nazioni Unite come un assist alla sua strategia, che prevede una stabilizzazione del paese sulla base di una road map graduale, evitando fughe in avanti che possano creare ulteriore caos in una situazione gi di per s fragile.

Al via l’Assemblea Onu, si cerca soluzione per Libia

Marted 25 settembre si aprono i lavori della 73/ma Assemblea generale delle Nazioni Unite. Tra i temi sul tavolo, l’esplosiva situazione in Libia. Forte del buon rapporto con Trump, che si manifestato in occasione della visita del luglio precedente, in occasione del pranzo dei capi di stato e di governo offerto dal segretario generale Onu Guterres il presidente del Consiglio invita personalmente il presidente Usa alla conferenza internazionale sulla Libia. Pi in generale, a New York il governo giallo verde cerca di ottenere il sostegno Usa al vertice, in un momento in cui la Francia si sta muovendo per promuovere un’alternativa al progetto italiano.

Moavero: il vertice sar a Palermo

Marted 2 ottobre. Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi in un’informativa al Senato annuncia che la conferenza internazionale sulla Libia si sarebbe svolta a Palermo il 12 e 13 novembre. Il programma – spiega in quella occasione – di tenere una conferenza per la Libia per facilitare il processo in corso. La terremo nei giorni 12-13 novembre, con una giornata incentrata sugli interlocutori libici e una alla presenza dei membri della comunit internazionale. Si terr a Palermo, importante citt italiana e vicina allo scenario libico. L’obiettivo della due giorni, aggiunge Moavero in quella circostanza, sar favorire il dialogo tra le parti, con tutto il sostegno internazionale possibile, ma rispettando l’autonomia dei libici. Il responsabile della Farnesina parla anche della posizione degli Stati Uniti. Teniamo molto al rapporto con gli Usa – afferma – e abbiamo constatato, dopo i colloqui tra il presidente del Consiglio Conte ed il presidente Trump a margine dell’assemblea generale Onu, che esiste una volont americana di appoggiare l’azione italiana nello scenario libico e nel Mediterraneo.

Bilaterale Conte-Merkel. La cancelliera annuncia che sar a Palermo

Mercoled 17 ottobre. L’Italia continua a tessere la sua tela diplomatica in vista della delicata Conferenza sulla stabilizzazione della Libia. Lanciati gli inviti alle cancellerie per l’appuntamento del 12 e 13 novembre a Palermo – con il premier Giuseppe Conte che approfitta del vertice europeo per contattare gli alleati di persona – comincia a definirsi la lista, e soprattutto il livello, dei partecipanti. Nei giorni precedenti l’intera Unione europea si impegnata a lavorare unita e ad appoggiare l’iniziativa italiana, ma gli occhi restano puntati sui principali attori. Al termine del bilaterale tra Conte e Merkel a Bruxelles, la cancelliera tedesca assicura che a Palermo ci sarebbe stata.

Putin: appoggio agli sforzi italiani per regolare la crisi nel paese

Mercoled 24 ottobre. Conte vola a Mosca per incontrare Putin. Non so se parteciper personalmente alla conferenza di Palermo sulla Libia – confida il presidente della Federazione russa, nella conferenza stampa al termine del vertice -, ma la Russia sar rappresentata a livello abbastanza alto. Appoggiamo tutti gli sforzi dell’Italia per regolare la crisi in Libia. Putin aggiunge che l’approccio russo a questo dossier coincide pienamente con quello italiano, in quanto riteniamo che tutti i problemi in Libia devono essere risolti dal popolo libico stesso.

GUARDA IL VIDEO – IL BILATERALE TRA CONTE E PUTIN A MOSCA

Conte vede Serraj: il capo del governo di Tripoli conferma che sar a Palermo

Venerd 26 ottobre. Il capo del governo italiano vede a Palazzo Chigi Serraj e l’inviato dell’Onu Ghassan Salam. Il faccia a faccia con il Presidente del Consiglio Presidenziale del Governo di Accordo Nazionale della Libia dura oltre due ore. Conte e Serraj si trovano d’accordo sul fatto che la crisi libica si debba risolvere seguendo le tappe del piano d’azione delle Nazioni Unite, che prevede soprattutto la fine della violenza e il consolidamento delle istituzioni, come condizioni per elezioni in sicurezza e pienamente democratiche. Al culmine di un processo che deve essere gestito dal popolo libico, senza imposizioni dall’esterno. Serraj conferma che sar in Sicilia. Haftar, invece, non ha ancora dato luce verde, anche se pi volte ha dichiarato di voler partecipare.

Libia, Conte riceve Fayez al Serraj a Palazzo Chigi

Conte incontra Haftar: il maresciallo sar a Palermo

Domenica, 28 ottobre. Nella tarda serata Conte incontra a Palazzo Chigi Haftar. Il maresciallo conferma la sua partecipazione a Palermo, assicurando disponibilit ad un confronto che si auspica costruttivo e che rappresenti la premessa di un reale processo di unificazione in linea con le perduranti aspettative del popolo libico. Il giorno dopo, il comandante del Libyan National Army vede alla Farnesina Moavero. il secondo faccia a faccia tra i due dopo quello a Bengasi, il 10 settembre.

La nuova road map per la Libia

Gioved 8 novembre. Il conto alla rovescia per l’apertura della manifestazione iniziato e il cerchio si stringe. L’inviato delle Nazioni Unite nel paese nordafricano, Ghassan Salam, presenta al Consiglio di Sicurezza Onu in videoconferenza da Tripoli il piano di azione in vista del vertice italiano. La road map prevede la convocazione nelle prime settimane di gennaio di una nuova conferenza, che dovr fissare la data delle elezioni per il nuovo parlamento, che sostituir quello di Tobruk e l’Alto Consiglio di Stato di Tripoli. Il nuovo Parlamento dovr emendare la Costituzione vigente e al contempo lavorare su una legge elettorale in vista delle presidenziali, anche se in termini di tempo non si sa quanto questa fase potrebbe richiedere. Nell’ipotesi migliore si parla dell’inizio del 2020. Salam annuncia che durante le discussioni sul piano al vertice in Sicilia si cercher di costruire il massimo consenso possibile da parte dei partner internazionali ma anche il massimo consenso da parte dei quattro principali attori libici invitati a Palermo: Sarraj, Haftar, Aguila Sale e Al-Mishri.

Nuova road map Onu per la Libia, elezioni nel 2019

Il passo indietro di Merkel: in Sicilia il ministro degli Esteri Annen

Lo stesso giorno, Merkel fa un passo indietro, e comunica che a Palermo non ci sar, nonostante il 17 ottobre avesse assicurato al premier la sua presenza. Al suo posto interverr il ministro di Stato agli Esteri Niels Annen. Il giorno dopo, venerd 9 novembre, arriva il s dell’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini. Mosca cala le sue carte: a rappresentare la Russia sar Mikhail Bogdanov, vice ministro degli Esteri e inviato speciale in Medio Oriente del presidente Vladimir Putin (dopo il faccia a faccia tra Puntin e Conte era circolato il nome di Medvedev, primo ministro della Federazione russa). Il ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian, rappresenter invece la Francia.

L’incognita della presenza del presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi

Pi si avvicina l’apertura del vertice, pi aumenta il pressing diplomatico dell’Italia per fare in modo che alla conferenza partecipano gli attori principali. Non solo quelli libici, ma anche quelli che, nell’ambito della comunit internazionale, rivestono un ruolo strategico, pi o meno direttamente, su quell’area. Il 10 novembre Conte parla al telefono con il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, uno dei protagonisti della regione pi attesi a Palermo, soprattutto per la sua posizione a sostegno della parte di Haftar. Sisi conferma al premier il suo sostegno per tutti gli sforzi in favore di una soluzione politica della crisi, riferisce la presidenza egiziana, in una nota in cui per non si cita mai il vertice siciliano.

L’assist di Parigi a Roma: sostenere la conferenza di Palermo

Il 10 novembre arriva l’assist di Parigi a Roma: fonti diplomatiche francesi spiegano che se i libici percepissero la disunione della comunit internazionale, sarebbe la cosa peggiore. Per questo motivo, quando uno stretto partner come l’Italia, che in prima linea, prende un’iniziativa, bisogna aiutarlo.

La presenza di Haftar incerta fino all’ultimo

Per l’Italia una sponda importante, ma nuove ombre si affacciano sul summit siciliano: a poche ore dall’inizio del vertice si diffonde la notizia che Haftar potrebbe non esserci. Se confermata, mancherebbe un tassello di peso all’intricato puzzle libico. Rimane il fatto che nel nuovo piano Onu per il paese del Nord Africa c’ molto della strategia italiana, a cominciare dalla necessit di premere per l’adozione di soluzioni che registrino il pieno accordo dei principali attori politici libici. Di fronte a uno scenario particolarmente complesso, la stabilizzazione pu essere anche una questione di piccoli passi.

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