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Una storia del calcio e tutti gli stranieri dell’Inter

Ott 13, 2016

Massimo Grilli

giovedì 13 ottobre 2016 16:57

«Genova è in lutto. Non c’è un bar o un tabacchi in cui non se ne parli,

discuta, in cui non si rimpianga. La Conferenza Internazionale? E a chi

importa? Quella mezza dozzina di uomini che pretendono di ricostruire

l’Europa possono riunirsi stasera a ubriacarsi di cock-tail. Il grande

evento è la sconfitta del Genoa. Ventimila persone hanno assistito alla

partita e hanno diffuso ovunque la triste novella. La passione di massa

esiste». Siamo nel 1922, questo editoriale non è pubblicato da un giornale

sportivo, esce invece sulla prima pagina di Ordine Nuovo, il periodico

rivoluzionario (a quei tempi quotidiano) fondato da Antonio Gramsci, che

già aveva evidentemente capito il fascino che quello sport emergente

esercitava. Di storie del calcio ne abbiamo lette tante, nell’ultimo mezzo

secolo, da quando cioè anche la cultura “ufficiale” ha voluto sdoganare lo

studio dello sport più diffuso al mondo. Questa edita da Paginauno è

particolarmente interessante per la scrittura, accessibile a tutti, e per

il punto di vista, particolarmente attento agli sviluppi e alle

conseguenze sociali e politiche del mondo del pallone. L’autore, il

francese Paul Dietschy, è professore di storia contemporanea

all’università di Franche-Comtè, e un ricercatore nell’ambito della storia

politica e culturale dello sport, in particolare del calcio. Qui ci regala

un affascinante viaggio nella storia del pallone dalla metà del

diciannovesimo secolo fino ai giorni nostri. Gli inizi in Inghilterra, la

crescita in Europa e nel mondo, le regole, i grandi club, i protagonisti

principali. Ma anche e soprattutto il legame sempre più forte con i

governi, democratici e (soprattutto) no, la massiccia

“internazionalizzazione” delle squadre di calcio, il ruolo delle donne, la

deriva televisiva, il cambiamento anche sociale delle tifoserie. Con una

sterminata bibliografia e una preziosa cronologia storica. Da

leggere assolutamente.

STORIA DEL CALCIO, di Paul Dietschy; Paginauno edizioni, 558 pagine, 22 euro.

Internazionale di nome e di fatto. E non potrebbe essere altrimenti,

ricordando che la fondazione della società nerazzurra, il 9 marzo del

1908, fu accompagnata da queste parole, pronunciate da Giorgio Muggiani,

promotore della scissione dal Milan e “inventore” del logo della nuova

società: «Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del

mondo». E ancora, in un comunicato inviato ai giornali del tempo: «Lo

scopo precipuo del nuovo club è di facilitare l’esercizio del calcio agli

stranieri residenti a Milano». Certo, si potrebbe dire che negli ultimi

tempi questa dichiarazione d’intenti è stata presa troppo sul serio, vista

la penuria di italiani in campo con la maglia dell’Inter, però non si può

dire che la massiccia presenza straniera non fosse nel Dna della società…

Il libro di Rovida è una mappa dettagliatissima e ricca di curiosità sui

giocatori stranieri (ma non solo, c’è spazio anche per gli allenatori e…

Thohir) che hanno indossato almeno una volta la maglia dell’Inter. A tutta

la stagione 2015/16 sono stati 267, con l’Argentina in testa alle nazioni

fornitrici (46 giocatori), davanti a Brasile (32) e… Svizzera (21). Di

ogni calciatore vengono forniti la carta d’identità e la scheda

dettagliata delle sue presenze, stagione per stagione, accompagnata anche

da qualche riga per ricordare le qualità dell’atleta, da Adriano – che fu

Imperatore per troppo poco tempo – all’oscuro Zoller, difensore svizzero

protagonista in due campionati, dal 1909 al 1911. E poi le statistiche

finali (domina Zanetti nelle presenze e Nyers tra i bomber), le curiosità,

i record… Davvero da non perdere, anche per chi non stravede per i colori

nerazzurri.

TUTTI GLI STRANIERI DELL’INTERNAZIONALE, da Adriano a Zanetti; di

Francesco Rovida, Urbone Publishing, 160 pagine, 12 euro.

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