AGI – L’Unione europea è al lavoro per cercare di far fronte alla crisi dell’automotive. Oggi a Bruxelles la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha incontrato 22 produttori per lanciare un piano d’azione in sostegno del comparto che in Europa occupa quasi 13 milioni di persone e rappresenta il 7% del pil europeo.
“L’industria automobilistica europea si trova in un momento cruciale e siamo consapevoli delle sfide che deve affrontare. Per questo motivo stiamo agendo rapidamente per affrontarle”, ha dichiarato il capo dell’UE Ursula von der Leyen, promettendo un ‘piano d’azione’ per l’inizio di marzo.
Presieduto dal presidente della Commissione europea, il cosiddetto “dialogo strategico” ha riunito case automobilistiche, fornitori, gruppi della società civile e sindacati. Durante i colloqui con i leader dell’industria che hanno lanciato l’allarme per le multe sulle emissioni e la concorrenza cinese.
Chiusure di stabilimenti, licenziamenti, crollo delle vendite, tavoli di crisi sono stati i mantra in negativo di storici marchi che sembravano inossidabili, tra cui, sopra a tutti, il colosso tedesco Volkswagen che, dopo una lunga serie di negoziati con i sindacati, ha annunciato il taglio di oltre 35.000 posti di lavoro in Germania fino al 2030 e la riduzione della capacità tecnica delle sue fabbriche con l’obiettivo di risparmiare circa 1,5 miliardi di euro l’anno sul costo del lavoro.
Chi sono i 22 marchi che hanno partecipato al tavolo
Sono ventidue i partecipanti – tra rappresentanti di produttori di auto, sindacati e associazioni di categoria – che hanno preso parte al Dialogo strategico sul futuro dell’automotive promosso dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Di seguito l’elenco dei partecipanti:
Acea (l’Associazione dei costruttori di auto europei); Beuc (l’Organizzazione dei consumatori europei); BMW Group; Robert Bosch GmbH; ChargeUp Europe; Clepa (l’Associazione europea dei fornitori); Daimler Truck; Etf (Sindacato europei dei lavoratori settore trasporti); Forvia (fornitore tecnologie per settore auto); IndustriAll (sindacato industriali); European Trade Union (sindacato europeo); IVECO Group; MAHLE Group (produttore di componenti automobilistici); MILENCE RECHARGE; Renault Group; T&E (Federazione europea per il trasporto e l’ambiente); Traton Group; Valeo; Volkswagen Group; Volvo Cars; Volvo Group; ZF Group (produttore componenti).
La concorrenza cinese sull’elettrico
Le vendite di veicoli elettrici sono diminuite dell’1,3% in Europa lo scorso anno, rappresentando il 13,6% di tutte le vendite, secondo l’Associazione Europea dei Produttori di Automobili (ACEA), un gruppo industriale.
Le “flotte aziendali” rappresentano più della metà delle auto nuove acquistate in Europa, ha dichiarato il funzionario.
Secondo gli analisti, i paesi membri potrebbero anche cercare di migliorare la rete di ricarica, modernizzare le reti per consentire una ricarica più veloce, ridurre i costi dell’energia, tagliare le normative e allentare la presa della Cina sulla produzione di batterie. Nel frattempo, la quota di mercato delle auto elettriche cinesi è cresciuta nell’UE fino a raggiungere il 14% nel secondo trimestre del 2024.
Bruxelles ha imposto dazi fino al 35,3% sui veicoli elettrici prodotti in Cina, dopo aver concluso che il sostegno statale di Pechino era ingiustamente sottocosto rispetto alle case automobilistiche europee. La mossa è stata osteggiata dalla Germania e da altri membri dell’UE ed è oggetto di un’azione legale da parte di BMW, Tesla e diverse case automobilistiche cinesi.