ServizioServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùoggi al senato il voto sul processo
L’aula del Senato è chiamata a esprimersi sulla richiesta di autorizzazione a procedere del tribunale dei ministri nei confronti dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini sul caso Gregoretti
di Andrea Gagliardi
12 febbraio 2020
4′ di lettura
Mercoledì mattina l’aula del Senato vota sulla richiesta di autorizzazione a procedere del tribunale dei ministri nei confronti di Matteo Salvini sul caso Gregoretti. A chiederlo è un ordine del giorno di FI e FdI. “Gregoretti” è il nome della nave militare italiana che nel luglio 2019 soccorse 116 persone nel Mediterraneo centrale ma restò ferma per giorni nel porto di Augusta a causa del divieto di sbarco imposto dall’allora ministro dell’Interno. Mentre erano a bordo le condizioni di migranti ed equipaggio peggiorarono. Per questa ragione Salvini è indagato con l’accusa di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio.
Aula Senato vota processo Salvini
Il 20 gennaio, a pochi giorni dalle Regionali in Emilia Romagna, nella giunta per le autorizzazioni a procedere Salvini fece votare la Lega a favore del processo (la maggioranza non partecipò al voto per protesta) nei suoi confronti, mandando in minoranza Fi e Fdi che, con la relazione del presidente Maurizio Gasparri, avevano chiesto di fermare il processo. Il Regolamento del Senato prevede che per ribaltare le deliberazioni della Giunta occorre presentare un ordine del giorno, che viene votato per appello nominale palese. L’attuale maggioranza, sempre favorevole al processo nei confronti di Salvini, non ha presentato alcun testo. Sono stati Fi e Fdi a presentarlo, chiedendo che si neghi il processo all’ex ministro dell’Interno.
Le analogie con il caso Diciotti
Il caso Gregoretti è molto simile al caso Diciotti, un’altra nave della marina militare che nell’agosto 2018 restò per giorni ferma con 144 migranti salvati. Anche in quell’occasione il Tribunale dei ministri chiese al Senato l’autorizzazione a procedere. All’epoca, però, Salvini venne “graziato” dal voto del Movimento 5 Stelle – alleato della Lega al governo – e la richiesta venne respinta con il voto compatto dell’allora maggioranza. Oggi la situazione politica è mutata, il governo giallo-verde non c’è più e l’M5S si è schierato per il processo.
La difesa di Salvini
Salvini si è sempre difeso dicendo che i blocchi erano funzionali a costringere l’Europa a farsi carico dei migranti sbarcati in Italia. Inoltre ha sostenuto di aver agito per il caso Gregoretti esattamente come nel caso Diciotti, mettendo il resto del governo a conoscenza delle sue decisioni e non ricevendo alcuno stop da parte degli altri ministri o del premier Conte. Anche se mentre nel caso Diciotti si oppose al processo, nel caso Gregoretti chiede di avere un chiarimento, in tribunale, sulla legittimità della sua azione. Il Movimento 5 Stelle sostiene che nel caso Gregoretti l’allora ministro dell’Interno non si coordinò con il resto del governo. Il Pd invece ritiene che Salvini doveva essere processato tanto nel caso Diciotti quanto per quello Gregoretti.
Il caso Sea Watch e lo scontro con Carola Rackete
Senza sfociare in richieste di processo, sono numerosi gli episodi di episodi di «porti chiusi» da parte di Salvinin in qualità di responsabile del Viminale. Il più famoso forse è quello dello scorso 30 giugno, quando la nave Sea Watch 3 battente bandiera olandese (e gestita dall’Ong tedesca Sea Watch) entrò nel porto di Lampedusa violando il divieto e l’alt intimatogli dalla Guardia di Finanza. La comandante Carola Rackete, fu fermata dalle autorità italiane. Ma il gip di Agrigento non convalidò l’arresto e la rimise in libertà.