• 20 Settembre 2024 22:26

Corriere NET

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Dal 16 agosto dazi antidumping in UE sul biodiesel importato dalla Cina

Lug 23, 2024

Il mondo dell’auto sta vivendo un momento di grande transizione, che in un certo qual modo sta lasciando anche un po’ interdetti gli acquirenti. L’intenzione è infatti quella di abbandonare i motori endotermici nell’arco del prossimo decennio, almeno per quanto riguarda la vendita. Per la circolazione bisognerà aspettare sicuramente qualche anno in più.

Naturalmente però a questi ci vuole una valida alternativa. Al momento si sta spingendo tantissimo sull’ibrido e sull’elettrico con incentivi dati dai paesi per spingere proprio questa transizione. In tal senso però c’è ancora scetticissimo e diciamoci la verità, anche in Italia, non tutto il territorio sembra pronto a recepire il cambiamento.

Altri carburanti: cosa succede?

Per il momento sembrano essere state accantonate le ipotesi Metano e GPL. Pochi costruttori, infatti, si dedicano ancora alla costruzione di auto con questa tipologia di carburante, nonostante la domanda sia ancora molto alta. In particolare Renault e l’azienda satellite Dacia continuano a produrre vetture a GPL con risultati di vendita davvero incoraggianti.

C’è poi la questione idrogeno, allo studio da anni, ma che per il momento sembra essere ancora qualche passo indietro rispetto all’elettrico dal punto di vista dello sviluppo tecnologico. Toyota ad esempio ha investito in questa tecnologia con la Mirai, pur non ottenendo ancora per il momento i risultati sperati.

Nuovi dazi in arrivo

C’è un altro carburante però che attira i costruttori e che permetterebbe di non abbandonare completamente i motori endotermici: il biodiesel. Si tratta nella fattispecie di un combustibile ottenuto da fonti rinnovabili, deriva da un processo chimico che tratta oli vegetali e grassi animali. Per il momento gli esperti si dividono sul suo utilizzo perché c’è chi sostiene che il biodiesel possa portare ad un innalzamento del prezzo delle materie prime e anche ad un utilizzo delle terre coltivabili non più per alimentare la popolazione, ma per alimentare i veicoli.

Intanto però questo mercato esiste ed è fiorente, si stima che valga già 31 miliardi di euro l’anno. Proprio per questo la Commissione europea, dal prossimo 16 agosto, imporrà dazi antidumping che oscilleranno tra il 12,8% e il 36,4% sul biodiesel importato dalla Cina così da riequilibrare il mercato. Secondo quanto riportato da ANSA, l’UE aveva avviato un’indagine alla fine del 2023 dopo alcune segnalazioni di produttori di biodiesel in Europa che denunciavano prezzi eccessivamente bassi da parte degli stessi prodotti importati dalla Cina.

A fine indagine si è deciso di applicare dazi del 12,8% per il gruppo EcoCeres, del 36,4% per Jiaao, del 25,4% per Zhuoyue. Altri gruppi che hanno collaborato con l’indagine avranno dazi pari al 23,7%, mentre le società che non hanno mostrato collaborazione riceveranno dazi del 36,4%. Stando ai dati fatti circolare dall’EBB (European biodiesel board), la Cina con le sue esportazioni di biodiesel in Europa ha minato pesantemente la produzione dell’UE.

Chevron Renewable Energy Group ha dovuto licenziare diversi operai tedeschi. Shell ha per il momento congelato la costruzione di un nuovo impianto di biodiesel nei Paesi Bassi, Argent Energy ha chiuso una bioraffineria, mentre Bp sta fermando un progetto in Germania. Insomma proprio per queste ragioni l’UE ha deciso di intervenire in maniera dura.

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