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Dakar 2017/3008 DKR Peugeot. Vince Loeb, “Peter” in testa, tre Peugeot al comando

Gen 6, 2017
Dakar 2017/3008 DKR Peugeot. Vince Loeb, “Peter” in testa, tre Peugeot al comando

Siamo alle porte della Capitale, ma arrivarci non sarà uno scherzo. Questo è ormai certo. Non dovesse essere per le dune di sabbia annunciate da Marc Coma e tenute “segrete” fino alla vigilia, sarà certamente per l’ondata di maltempo che si abbatte sulla Bolivia percorsa dalla Dakar. Dicono che è normale, qui, che è il frutto di stagione. “Ma non è estate?” “Sì, ma adesso può piovere!”

E quando piove a 4.000 metri sull’Altopiano Boliviano l’acqua cambia volentieri di stato. Ghiaccio, grandine, persino nevischio, la temperatura crolla e il resto è sofferenza, poca visibilità, incertezza. Non è la Dakar che ci si aspetta, quando piove, perché è abitudine dissociarla dalle fasi “umide” del meteo, ma è più che mai Dakar, improvvisamente ostile, imprevedibile, indecifrabile. Per prima arriva la decisione, inevitabile di accorciare la Speciale, inizialmente prevista sulla distanza di 450 chilometri, facendola terminare alla conclusione della prima sezione, chilometro 219. L’inferno è in parte evitato, ma resta il purgatorio del terreno devastato dalle piogge e il lungo trasferimento fino a Oruro. La decisione degli organizzatori si rivela opportuna, la transizione diventa più “umana”, e il confronto diretto, per un momento contenti che si allontanino i colpi di scena, anche più avvincente.

È interessante, addirittura eccitante. Scremata la concorrenza, la Dakar è nelle mani delle Peugeot. Inutile girarci intorno, dispiaciuti che Carlos Sainz abbia dovuto dare forfait, la “battaglia” tra le 3008 di Peterhansel, Loeb e, ormai sullo stesso livello, Despres, è la traccia centrale del film della Dakar 2017.

Entrano in gioco altri fattori, sinora valutati parzialmente, come l’ordine di partenza. In virtù della stupenda, e inedita, vittoria della quinta tappa, Cyril Despres deve aprire la pista nella sesta. Sebbene il “francesino” sia un fenomeno in materia di navigazione, è chiaro che per Peterhansel, e soprattutto Loeb, l’apripista di lusso è un vantaggio. Ne approfitta soprattutto Sébastien Loeb, che parte all’attacco e recupera rapidamente il gap iniziale. La guida del nove volte Campione del Mondo WRC risente delle “vecchie” abitudini, ma anche su terreni molto diversi lo spettacolo offerto dal passaggio della 3008 DKR spinta al limite è da pelle d’oca. Diversa l’”offerta” di Peterhansel, che è sempre più fluido, ma redditizio come non mai, e la 3008DKR #300, il numero del Detentore, sembra scorrere sulle asperità della pista senza sforzo alcuno, velocissima.

Despres incontra alcune difficoltà nella scelta dei passaggi, non sono più quelli “spiegati” dal road book redatto con il bel tempo, e l’andatura del leader provvisorio della Dakar ne risente. E comunque Despres è un Asso nel dosare le risorse e minimizzare i rischi. “La Dakar non si vince in un giorno!” – ce l’ha detto non so quante volte. Il piccolo errore di navigazione commesso dall’Equipaggio, infine, non altera le chance di Despres e Castera, che ormai corrono tra i “Grandi”.

Al traguardo della ridimensionata Speciale, rotta a Uyuni, Loeb vince la Prova di misura, davanti a Joan “Nani” Roma, che è l’unico “non Peugeot” ancora almeno in atmosfera di podio, e alle due 3008 DKR di Peterhansel e Despres. L’azione di Loeb, molto “ripulita” rispetto alle performances della stagione del debutto, è quella che i sudamericani, in delirio per “El Mito Planetario”, definiscono semplicemente: “Tremenda!”, e nella prima parte della Speciale, grazie a una navigazione perfetta, l’Equipaggio incrementa il proprio vantaggio. Il finale è meno “perfetto”, ma sufficiente a Loeb per vincere.

Cambio della guardia in testa al Rally. Despres scivola al terzo posto, era quello che lo stesso Pilota si aspettava, e Loeb sale in seconda posizione, al comando Monsieur Dakar Stephane Peterhansel, insieme a Jean-Paul Cottret ancora il più forte.

La minaccia del maltempo non si affievolisce. C’è aria di “tagli” anche per la Oruro-La Paz, che potrebbe essere accorciata di un buon terzo del suo sviluppo. Non per questo sarà meno impegnativa. La giornata di riposo della Dakar è sempre una sorta di miraggio.

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