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Dai falsi terremotati alla beneficenza-truffa: ecco chi sono gli sciacalli del sisma

Mar 13, 2017

RIETI – Gli sciacalli son tornati. Anzi, non se ne sono mai andati. Si aggirano ancora sulle macerie del terremoto, frugando nella disperazione per tirarne fuori lucro. Non si tratta più dei ladri che, dopo le scosse, si infilavano nei palazzi pericolanti per grattare l’argenteria. Gli sciacalli, ora, hanno il volto di chi vive a Roma eppure si finge terremotato per rubare allo Stato i 600 euro mensili per l’autonoma sistemazione. Hanno la sfacciataggine di chi utilizza il nome di Amatrice per vendere braccialetti o magliette con la promessa di fare beneficenza, salvo poi tenersi l’incasso.

C’è poi l’aspetto di chi alza i canoni degli affitti perché “così impone il mercato, signori”. Ma nei giorni immediatamente successivi alle scosse del 24 agosto erano stati individuati alcuni distributori di benzina che avevano aumentato del 30 per cento il costo del carburante. Lo stesso è avvenuto a novembre nelle Marche. Anche sugli insaccati, risorsa economica soprattutto sul versante umbro, c’è stato chi ha provato ad approfittare: a Norcia hanno fatto incetta di prosciutti e salumi a basso costo da quelle aziende che, per colpa del sisma, non avevano più le cantine dove conservarli e rischiavano di vederli deperire.

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Il terremoto come business, Amatrice come brand. Sta accadendo anche questo. E gli appetiti maggiori si devono ancora scatenare sui finanziamenti per le ristrutturazioni e gli adeguamenti. L’esperienza de L’Aquila, con i processi che hanno permesso di recuperare decine di milioni di euro, insegna. Il cratere del centro Italia, vista la vastità, impone un’attenzione maggiore: saranno circa 120mila, secondo le stime, le abitazioni considerate inagibili o comunque gravemente lesionate al termine delle verifiche. A L’Aquila erano 75mila.

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In via preventiva la Protezione civile ha siglato un accordo con la Guardia di Finanza. “Servirà a garantire legalità e correttezza alle popolazioni colpite dal terremoto”, promette il comandante generale, Giorgio Toschi. È stata creata una banca dati unificata per condividere le informazioni e velocizzare il monitoraggio. “Perché – sostiene il capo del Dipartimento di Protezione Civile Francesco Curcio – lo sforzo straordinario che stiamo facendo serve anche per prevenire e contrastare la speculazione sul terremoto”.

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