AGI – “Siamo di fronte a una sfida grande e dagli esiti incerti: l’Italia è al terzo posto in Europa e al sesto nel mondo per attacchi ransomware, che nel nostro Paese hanno fatto registrare un aumento del 23% solo nell’ultimo anno. Una posizione molto alta in classifica che riflette una condizione di debolezza nella prevenzione e nel contrasto: un attacco al cuore della sicurezza cibernetica viene punito meno severamente dell’organizzazione di un rave party”. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, intervenendo al convegno “Violenza della rete, violenza nella rete”, organizzato a Palazzo San Macuto dal Garante per la privacy in occasione della 18ma Giornata europea della protezione dei dati personali.
“Sono dati preoccupanti – ha ammonito Melillo – che tra l’altro non riflettono la vera dimensione del fenomeno, soprattutto per il settore privato e finanziario, vittima di un numero crescente di attacchi Ddos animati da volontà di destabilizzazione politica, come dimostra la loro enorme crescita dopo l’invasione russa dell’Ucraina e lo scoppio del conflitto israelo palestinese. Senza contare che il pagamento dei riscatti, di regola clandestino e non tracciato, finisce con l’alimentare l’aggressione ai mercati e l’acquisizione di tecnologie sempre piu’ sofisticate da parte degli attaccanti”.