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Cyberbullismo in aumento, passa al Senato la nuova legge

Feb 1, 2017

Nel 2016 i casi di cyberbullismo in Italia sono cresciuti dell’8 per cento, nonostante l’attenzione mediatica sempre più alta, le iniziative di sensibilizzazione e i molteplici allarmi che da anni si rinnovano periodicamente, quando vengono a galla cifre in aumento invece che in calo.

Un fenomeno poco compreso e molto sottovalutato anche da chi gli strumenti hi-tech li conosce e li usa, come avevano ampiamente dimostrato (purtroppo) i commenti a un nostro recente articolo. A fine 2016 la Camera aveva approvato una legge contro il cyberbullismo sperando di ottenere qualche effetto, ma il risultato dell’apprezzabile dimostrazione d’intenti si era rivelato poi nella sostanza un grande pasticcio.

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Caso vuole che in concomitanza con i nuovi numeri (ovviamente allarmanti, non c’era da aspettarsi altro) sia arrivato anche l’ok del Senato al nuovo decreto di legge, basato sui principi di educazione e prevenzione. Se avete letto il nostro articolo linkato sopra saprete che non è un’idea nuova, anzi. La buona notizia è che finalmente quanto sostenuto da educatori, consulenti famigliari e psicologhi adesso ha una “certificazione” sul piano legislativo.

Andiamo quindi per ordine partendo dai numeri. I dati sono stati diffusi in occasione del seminario della Regione Lombardia “Parlare di sexting a scuola – Un fenomeno da monitorare” in collaborazione con Ufficio scolastico regionale, Pepita Onlus e Casa Pediatrica Fatebenefratelli-Sacco. Proprio nel nosocomio milanese nel 2016 sono stati curati 1.200 pazienti, di cui l’80% per il disagio adolescenziale collegato a Internet, e fra questi il 35% dovuto al cyberbullismo.

All’incremento dell’8% già citato si aggiunge il fatto che aumenta anche il fenomeno del sexting: un adolescente su 4 lo ha praticato, la prima volta in un’età compresa tra gli 11 e i 12 anni. Su un campione di oltre 7.000 adolescenti provenienti dalle diverse regioni d’Italia, il 4% ammette di aver fatto sesso inviando foto e video su WhatsApp o social network, il 6,5% ha fatto sexting e il 2% ha fatto sesso davanti ad una webcam. Il 10% degli adolescenti ha fatto selfie intimi o senza vestiti. (fonte ANSA).

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Vediamo adesso la legge. Rispetto alla versione che era stata votata alla Camera, la Commissione Affari Costituzionali ha apportato una revisione importante che riporta nella sostanza al testo originale (almeno nei principi), depennando le norme penali introdotte e passate a Montecitorio lo scorso settembre, che secondo avvocati ed esperti avevano trasformato una legge dedicata alla prevenzione e alla tutela dei minori in uno strumento punitivo.

È in questa forma che il DDL è passato al Senato in terza lettura, a grande maggioranza (solo 1 voto contrario). Non è ancora legge, perché a questo punto tornerà nuovamente alla Camera in quarta lettura, ma stavolta non dovrebbero esserci più problemi, almeno si spera.

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Senato della Repubblica

Innanzi tutto la legge ridefinisce nuovamente il cyberbullismo come “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti online aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo“.

Rispetto a prima poi torna ad essere una legge specificatamente tarata sui minorenni. Si rivolge infatti a “ciascun minore ultraquattordicenne, nonché ciascun genitore o soggetto esercente la responsabilità del minore […]”. In caso di riconosciuto reato, poi, sono previsti da parte del questore ammonimenti rivolti ai minori e ai genitori degli stessi, salvo per i casi in cui è stata depositata denuncia/querela. In ogni caso si cercherà di tenere i minorenni fuori dall’ambito penale, puntando sulla rieducazione.

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Una volta che la legge sarà approvata in via definitiva verrà istituito un tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, coordinato dal ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca. Sarà quest’organo a definire un piano di azione integrato per il contrasto e la prevenzione del cyberbullismo, che conterrà le iniziative di informazione e di prevenzione del fenomeno, e che coinvolgerà i servizi socio-educativi presenti sul territorio e le scuole.

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