AGI – Salvatore Cuzzocrea si è dimesso dall’incarico di rettore dell’Università di Messina e, di conseguenza, decaduto dalla presidenza della Crui (Conferenza dei Rettori delle Università italiane) dopo essere stato accusato dai sindacati di rimborsi fino a oltre due milioni di euro erogati dal 2019 al 2023.
“Nelle ultime ore – ha scritto nella lettera di dimissioni inviata all’ateneo – mi sono reso conto che si è determinato un clima conflittuale che, a mio avviso, rischia di non consentire un confronto pacato su programmi e obiettivi che la nuova governance dovrà portare avanti”.
“Per quanto riguarda la mia persona – aggiunge – non posso consentire che questo attacco mediatico continui oltre a discapito dell’immagine del mio Ateneo. Dietro al mio operato e alle mie scelte ci sono tantissime persone che in questi anni non si sono risparmiate, che hanno lavorato giorno e notte, che hanno fermamente creduto che la nostra Università avesse notevoli margini di miglioramento. Non posso permettere che la campagna elettorale ruoti attorno alla mia figura. Non posso consentire che qualcuno continuamente metta in discussione ciò che a tutti è evidente: il nostro Ateneo è cresciuto negli ultimi sei anni anche e soprattutto grazie a tutti coloro che ci hanno creduto e non si sono mai risparmiati”.
Era stato Paolo Todaro, senatore accademico e sindacalista della Gilda dipartimento università, a sollevare la vicenda dei rimborsi milionari. Poi è arrivato l’intervento delle segreteria nazionali di Flc Cgil, Cisl Fsur, Uil scuola Rua, Snals e Gilda Unams.
Le accuse dei sindacati
“Le accuse mosse – anno scritto in una nota – attengono a fatti estremamente gravi e sicuramente competerà alla magistratura accertare eventuali responsabilità. Tuttavia, dati gli importanti ruoli di rappresentanza ricoperti nel Sistema Universitario, le scriventi Segreterie Nazionali ritengono che sia tanto doveroso quanto opportuno che la S.V. medesima mostri senso di responsabilità rassegnando immediate dimissioni dalla carica di Presidente della Crui. Tale importante gesto sgombrerebbe anche ogni dubbio in ordine a ipotesi comunque circolate, seppur smentite, di una proroga del mandato di Rettore per consentirle la permanenza al vertice della Crui”.
L’accusa di Todaro – che nei giorni scorsi ha scritto alla procura regionale della Corte dei Conti di Sicilia, all’Autorità nazionale anticorruzione e alla Procura di Messina – si riferisce a rimborsi fino a due milioni di euro erogati tra il 2019 e il 2023, tra i quali, afferma il sindacalista, diverse migliaia di euro a una società di forniture agrocole gestita insieme alla moglie.
La replica di Cuzzocrea
Non si era fatta aspettare la replica di Cuzzocrea, il cui mandato sarebbe scaduto in primavera: il rettore aveva risposto che era tutto regolare, che si trattava di fondi per la ricerca scientifica e che l’entità dei rimborsi è legata all’entità della ricerca. “Tutte attività – aveva detto – accertate e rendicontate, rimborsate non con fondi dell’Ateneo ma in conto terzi per la ricerca. Cioè attraverso privati che finanziano l’attività di ricerca svolta come docente, e non come rettore. Un’attività riconosciuta da Stanford tra le prime al mondo”.
“Rivendico la mia scelta – scrive oggi nella sua lettera di dimissioni – in questi anni di non aver mai fatto clamore mediatico per difendermi dai tanti e immotivati attacchi restando con fermezza nel solco dei rapporti istituzionali ed evitando di farmi trascinare, e trascinare l’Ateneo, ‘nella macchina del fango’ come auspicato sin dal principio da qualcuno”.
“Sereno e consapevole del mio operato – conclude – nel rispetto dell’Istituzione, ma soprattutto nel rispetto del lavoro svolto dal personale che, a diverso titolo, ha contribuito alla crescita del nostro Ateneo, e ancor di più, nel rispetto di ognuno di voi e al fine di garantirvi quel clima sereno e accogliente secondo me indispensabile, ritengo opportuno rassegnare le mie dimissioni, che formalizzerò nei modi previsti dalle attuali norme che regolano il funzionamento delle nostre Università.
Scelta che deriva unicamente dal profondo rispetto che nutro per le Istituzioni e per il sistema Universitario Italiano che ho l’onore di rappresentare e per ciascuno di voi, per la mia famiglia e per me stesso”.