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Cuneo lancia la rivoluzione; ai ciclisti la precedenza sulle auto

Mag 20, 2020

Una cosa del genere non si era mai vista prima: pedoni e bici hanno precedenza su ogni tipo di mezzo a motore. L’idea arriva da Como che inizia la sperimentazione di un sistema di mobilità post-covid pronto a rivoluzionare le nostre città. Tutto per rendere più sicura quella che ormai tutti i sindaci chiamano “mobilità dolce” ma che in realtà per l’Istat, la Polizia e le associazioni che si occupano di sicurezza stradale, si riferisce alle categorie classificate come quelle degli “utenti deboli”, quelle più a rischio, quelle che pagano il tributo più alto in termini di morti e feriti per incidenti.

Ma il fatto che pedoni e bici abbiano la precedenza sui mezzi a motore non è l’unica rivoluzione: arrivano anche la cancellazione totale dei parcheggi, l’obbligo per auto e moto di andare a passo d’uomo, più nuovi arredi urbani. Il tutto condito da nuove piste ciclabili e zone con limite di velocità di 30 Km/h, incentivi economici a chi usa la bici per andare al lavoro o a scuola, nuovi parcheggi di cui uno di interscambio da 250 auto al posto dello storico locale Nuvolari.

Como insomma lancia la sperimentazione. E crede davvero che le città possano cambiare volto. “Si tratta, ha spiegato – l’assessore alla Mobilità Davide Dalmasso – di soluzioni provvisorie e sperimentali per cercare di ridare spazio alle persone, incentivare la mobilità dolce, sfruttare il cambio di mentalità portato dalla pandemia”.

Nella fattispecie, la proposta è di trasformare in via sperimentale via Carlo Emanuele, da corso Dante fino a corso Soleri, in strada per bici e pedoni, in un asse viario destinato prevalentemente alla percorrenza pedonale e ciclabile, anche grazie all’utilizzo di vernici colorate a breve durata sul manto stradale e l’utilizzo di nuovi arredi urbani. Verrebbero comunque garantiti gli accessi ai passi carrai, nonché i parcheggi disabili e quelli per il carico-scarico.

Parallelamente a questi interventi, l’Amministrazione Comunale sta anche valutando azioni immediate di incentivazione economica della bici – buoni spesa a chi usa le due ruote e si registra con un’apposita app – e sharing pubblico di biciclette a pedalata assistita e monopattini. La rivoluzione insomma è partita. E se dovesse funzionare, potrebbe essere esportata in molte altre città d’Italia.

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