La notte dell’arresto – Tedesco ha ricostruite la notte dell’arresto di Cucchi, il 15 ottobre del 2009, nella caserma della Compagnia Casilina. Dopo aver provato a fare il fotosegnalamento, rifiutata, “Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro aggredirono il giovane”. “Mentre uscivano dalla sala, Di Bernardo si voltò e colpì Cucchi con uno schiaffo violento in pieno volto. Poi lo spinse e D’Alessandro diede a Cucchi un forte calcio con la punta del piede all’altezza dell’ano. Nel frattempo io mi ero alzato e avevo detto: ‘Basta, finitela, che cazzo fate, non vi permettete’. Ma Di Bernardo proseguì nell’azione spingendo con violenza Cucchi e provocandone una caduta in terra sul bacino, poi sbattè anche la testa. Io sentii un rumore della testa che batteva”. “Poi – aggiunto il militare – D’Alessandro gli diede un violento calcio all’altezza del volto”.
Sono cinque i carabinieri coinvolti nel procedimento bis in corso davanti alla prima Corte d’Assise: Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Tedesco rispondono di omicidio preterintenzionale. Tedesco risponde anche di falso nella compilazione del verbale di arresto di Cucchi e calunnia insieme al maresciallo Roberto Mandolini, all’epoca dei fatti a capo della stazione Appia, dove venne eseguito l’arresto. Vincenzo Nicolardi, anche lui carabiniere, è accusato di calunnia con gli altri due, nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria che vennero accusati nel corso della prima inchiesta sul caso.
Giudice: “Processo a 5 carabinieri e non a tutta l’Arma” – “Non bisognerebbe mai dimenticare che qui si sta celebrando un processo a cinque componenti dell’Arma dei carabinieri e non all’Arma dei carabinieri”, ha detto il presidente della I Corte d’Assise, Vincenzo Gaetano Capozza, all’avvio dell`udienza.