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Cucchi, contestato a tre carabinieri omicidio preterintenzionale

Gen 17, 2017

Omicidio preterintenzionale. Con questa accusa la procura di Roma ha chiuso l’inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi, avvenuta il 22 ottobre 2009, contestando il reato ai tre carabinieri autori dell’arresto pochi giorni prima. I militari sono ritenuti responsabili del pestaggio del giovane geometra mentre per altri due carabinieri vengono ipotizzati la calunnia e il falso. Non lo so come sar la strada che ci aspetta d’ora in avanti, sicuramente si parler finalmente della verit, ovvero di omicidio, commenta a caldo la sorella Ilaria. Ricordate la foto del mio pianto il giorno della lettura della sentenza di primo grado? Ci gettiamo alle spalle sette anni durissimi, di dolore, di sacrifici, di tante lacrime amare. Ma valeva la pena continuare a crederci.

Schiaffi, pugni e calci al giovane

L’accusa di omicidio preterintenzionale viene contestata ad Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco, carabinieri in servizio all’epoca dei fatti presso il comando stazione di Roma Appia e che fermarono Cucchi in flagranza per detenzione di droga. Tedesco accusato anche di falso. A Roberto Mandolini, comandante interinale della stessa stazione di Roma Appia sono attribuiti i reati di calunnia e falso. Accusa di calunnia anche per lo stesso Tedesco, e per Vincenzo Nicolardi, anch’egli militare dell’Arma. Stefano Cucchi fu colpito dai tre carabinieri con schiaffi, pugni e calci, scrivono il procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone ed il sostituto Giovanni Musar nell’avviso di chiusura indagine. Le botte, per l’accusa, provocarono una rovinosa caduta con impatto al suolo in regione sacrale che unitamente alla condotta omissiva dei sanitari che avevano in cura Cucchi presso la struttura protetta dell’ospedale Sandro Pertini, ne determinavano la morte.

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Legale della famiglia: la verit che emerge

Siamo emozionati e soddisfatti da questa conclusione che abbiamo atteso per anni, dice Fabio Anselmo, il legale di Ferrara che assiste la famiglia fin dai primi momenti. Questa la verit che emerge: omicidio, calunnia e falsi i reati contestati che danno l’idea di cosa sia successo quella sera a Stefano. Dopo sette anni questa la verit raggiunta e la famiglia Cucchi vuole ringraziare chi ha fatto queste nuove indagini. Il merito va al procuratore Pignatone e a tutti gli inquirenti della procura di Roma. Cosa successo, dunque? Stefano stava bene prima dell’arresto, dopo morto. Questa la verit che finalmente abbiamo. Naturalmente, si tratta solo di una imputazione. vero, ma ora al processo ce la giochiamo tutta, faremo i conti con tutti.

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