Quella del settore automotive sembra essere una crisi senza fine in Europa. Il Vecchio Continente, infatti, non se la sta passando di certo bene in materia di vendite per le quattro ruote, con diverse Case che stanno optando per un drastico calo del personale per rientrare nei costi. E Ford non è da meno, con i numeri horror del 2024 che avrebbero portato la direzione del brand a prendere una decisione che, seppur dura, serve a salvaguardare il futuro del marchio. E a farne le spese, purtroppo, sono i lavoratori.
Ford avvia i licenziamenti
In 4mila rischiano di restare a casa. Questi i numeri che preoccupano i lavoratori di Ford dopo che l’azienda ha comunicato il via ai tagli per la crisi del settore auto. Come già fatto da tanti altri brand, infatti, anche la Casa americana deve ridurre la presenza in Europa.
Il piano, secondo quanto comunicato dai piani alti di Ford, non prevede un addio di massa, ma uscite previste da qui al 2027. La misura rientra in un piano di ristrutturazione delle attività nel Vecchio Continente “per creare una struttura più competitiva in termini di costi e per garantire la sostenibilità a lungo termine e crescita del proprio business in Europa”.
Le prime uscite dovrebbero arrivare già nel primo trimestre del 2025. I tagli, nello specifico, dovrebbero riguardare le attività in Germania (2.900 posti) e Regno Unito (circa 800), ma anche 300 in altri mercati europei.
Una decisione che in casa Ford non è stata presa a cuor leggero, con l’azienda che ha sottolineato la preoccupazione “per il business delle passenger car, dove l’azienda ha subito perdite significative negli ultimi anni, e il passaggio del settore ai veicoli elettrificati e alla nuova concorrenza è stato dirompente”.
Dito puntato contro la politica
La Casa dell’Ovale Blu, però, non si tira indietro nel far polemica. La decisione di avviare i tagli, infatti, è un atto dovuto dopo la crisi registrata causata, in buona sostanza, anche dall’immobilismo politico.
Alle classi di potere che governano in Europa, e non solo, è stata infatti criticata la scelta di non aiutare a risollevare il mercato dalla situazione pessima. La Casa, infatti, lamenta l’assenza di adeguato sostegno politico all’elettrico.
L’azienda ha infatti spiegato che in Europa mancherebbe un’agenda politica chiara e inequivocabile per far progredire la mobilità elettrica. Mancano, ha detto il direttore finanziario John Lawler, “investimenti pubblici in infrastrutture di ricarica, incentivi significativi per aiutare i consumatori nel passaggio a veicoli elettrificati, migliorando così la competitività in termini di costi per i costruttori, e una maggiore flessibilità nel raggiungimento degli obiettivi di conformità alle emissioni di CO2”.
I numeri di Ford
Tra gennaio e settembre Ford ha venduto in Europa 236mila vetture (-15%), scendendo a una quota di mercato del 3%. Nel 2018 era al 6,4%. Nei primi nove mesi, su scala globale, il costruttore di Dearborn (Michigan) ha visto calare l’utile netto del 16% a 4 miliardi di dollari, mentre l’utile operativo è stato di 8 miliardi (-13,8%).
Ford ha anche rivisto al ribasso le stime per l’intero 2024 e sul suo bilancio pesano i 5 miliardi previsti di perdite per la divisione elettrica, Model e. Sempre nei primi nove mesi, Ford ha accumulato perdite per 3,7 miliardi, con un calo delle vendite di veicoli elettrici dell’11%.
Per cercare di ovviare alle perdite l’Ovale Blu ha messo in atto una scontistica consistente per i propri clienti, stracciando i prezzi per le proprie auto per cercare di rendere i prodotti più competitivi. Ma il risultato non è stato quello sperato.