Incassata la maggioranza assoluta alla Camera, con 321 voti (il plenum dell’assemblea di 630), il premier Giuseppe Conte oggi alle 10,30 affronta la prova del Senato, dove i numeri a sostegno del governo sono molto pi risicati. Italia viva, dopo l’abbandono del governo, ha annunciato che si asterr nel voto finale e questo consentir all’esecutivo di ottenere la fiducia con una maggioranza relativa: non richiesto un quorum minimo ed sufficiente superare l’opposizione anche di un solo voto. I diversi scenari sono raccontati qui da Alessandro Trocino. Maria Elena Boschi, presidente di Iv alla Camera, ha tuttavia sottolineato che se Conte non supera quota 161 a Palazzo Madama, ovvero la maggioranza assoluta (il plenum di 315 pi 6 senatori a vita), sarebbero opportune le sue dimissioni. Opportune (eventualmente) da un punto di vista politico ma non obbligatorie: nella storia della Repubblica sono infatti stati una dozzina i governi di minoranza in una o entrambe le Camere, tra cui il primo governo De Gasperi e il primo Berlusconi. Gli ultimi rumors danno per ora a favore del governo una pattuglia compresa tra i 152 e i 159 senatori: quelli di M5S , Pd e Leu a cui si aggiungerebbero tra i 12 e i 15 voti provenienti dal gruppo Misto o di transfughi da altri gruppi e 7 dal gruppo delle Autonomie. Ma questo il pallottoliere ipotetico. Quello reale inizier a muoversi tra poco, alle 9,30.