Il giorno precedente il suo ricovero a Barletta, inoltre, era stata rimandata a casa dal Pronto soccorso di Trani dove era andata perché non stava bene. Il cardiologo, Peppe Carpagnano, in servizio nello stesso ospedale in cui è morta Antonella sui social scrive che “dopo un turno notturno di 12 ore” torni a “casa distrutto” e “ti arriva il messaggio del collega per informarti che la paziente di cui gli hai parlato è deceduta”.
Il cardiologo rileva che “non abbiamo personale e strumenti adeguati” e “probabilmente sono state le misure inefficaci per contrastare il virus ad ucciderla”. Secondo quanto ricostruito la donna dopo una settimana in cui i sintomi del contagio si facevano sempre più evidenti, era stata accompagnata dai familiari al pronto soccorso dell’ospedale di Trani, che non sarebbe attrezzato per le cure Covid.Da qui la donna sarebbe stata rimandata a casa. L’indomani i familiari hanno contattato il medico di riferimento che le ha consigliato di andare al pronto soccorso di Barletta dove, dopo la lunga attesa, è stata ricoverata. I familiari per alcuni giorni sono riusciti ad ottenere solo frammentarie notizie sulle condizioni di salute fino alla telefonata di giovedì che ne comunicava il decesso.