Il Consiglio dei ministri ha impugnato l’ordinanza con cui la Regione Valle d’Aosta ha riaperto ieri bar e ristoranti, in deroga alla fascia arancione in cui si trova ancora. Sul ricorso dovrà pronunciarsi il Tar della Valle d’Aosta, a cui il governo ha chiesto sia la sospensiva sia l’annullamento del provvedimento.
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di Mariachiara Giacosa 11 Dicembre 2020


L’ordinanza 552 dell’11 dicembre 2020, autorizzata da una legge approvata dal Consiglio regionale il 2 dicembre, dispone che le attività possono rimanere aperte dalle 5 alle 18, solo con servizio al tavolo. “Ci siamo confrontati con l’unità di supporto e abbiamo valutato di anticipare l’apertura di questi locali perché ormai da settimane abbiamo dati da zona gialla, anche se i metodi del Dpcm sono lenti e rischiano di creare iniquità tra le Regioni” aveva spiegato il presidente Erik Lavevaz, da settimane in aperta polemica con il governo Conte sulle misure anti-Covid, illustrando il provvedimento.
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“I sanitari ci hanno consigliato di attendere 14 giorni per verificare gli effetti delle varie aperture – ha aggiunto Lavevaz – Il 30 novembre abbiamo aperto i negozi di vicinato (quando la regione era ancora in zona rossa, ndr), ora i ristoranti e i bar, per i quali non era ancora consentita l’attività al bancone ma solo il servizio al tavolo. Per tutti gli operatori sarà possibile eseguire il tampone in modo da far ripartire le attività in sicurezza”.
L’ordinanza approvata dalla Regione prevede anche il via libera alla caccia, sul modello di quanto già fatto in Piemonte, la riapertura di alcune attività sportive anche se non possono andare in Valle né i piemontesi né i lombardi che da domenica sono in zona gialla con la possibilità di muoversi in altre regioni dello stesso colore, quindi non verso la Val d’Aosta che ufficialmente resta in zona arancione fino a domenica prossima, 20 dicembre.