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Costo metano alle stelle, decisione drastica

Mar 19, 2022

Prosegue il momento di difficoltà per il settore automobilistico italiano in un periodo storico in cui il costo di benzina e diesel non accenna a diminuire. La crisi colpisce anche il metano e mette in difficoltà tutta la rete di distribuzione.

La situazione è veramente delicata in tutto il territorio nazionale e le notizie che arrivano a riguardo sono tutt’altro che incoraggianti. Nelle Marche, per esempio, sono stati chiusi ben 40 punti vendita di metano. In Toscana, invece, ormai un terzo della rete distributiva non opera più. Ancora peggio va alla Sicilia, rimasta con due sole stazioni attive.

Metano, costo in aumento: la situazione

Il bilancio, davvero negativo, è stato tracciato dalla Federmetano, la Federazione Nazionale Distributori e Trasportatori di metano attiva sin dal 1948 e che da oltre 70 anni accompagno lo sviluppo del settore metano per automobili nel nostro Paese. La Federazione rappresenta un terzo della rete italiana degli impianti per la distribuzione del metano uso autotrazione ed effettua rifornimenti a più di 15 milioni di veicoli.

La Federmetano, attraverso un comunicato, ha voluto esprimere tutta la sua preoccupazione per un settore in grave difficoltà e che rischia di pagare conseguenze ancora più gravi se le istituzioni non interverranno in tempi brevi, attuando delle manovre per arginare i numerosi problemi causati dall’aumento del costo del metano, salito alle stelle.

Al giorno d’oggi, sul territorio nazionale, su 1.529 totali, si contano 220 impianti di distribuzione di metano per autotrazione che a causa della complessa e drammatica congiuntura geopolitica culminata nella guerra tra la Russia e l’Ucraina, sono costretti a erogare gas naturale a un prezzo di vendita al pubblico superiore ai 2,999 euro al kg, secondo quanto riferito da Osservaprezzi carburante.

La maggior parte degli impianti sono stati costretti a chiudere oppure sono prossimi alla fine dell’attività. La Federmetano, attraverso una nota, si rivolge direttamente al Governo, chiedendo la riduzione dell’Iva dal 22% al 5% per contenere l’impennata dei prezzi di benzina e gasolio, saliti ormai del 35%. Negli ultimi tempi si fa un gran parlare del possibile taglio delle accise: una soluzione che produrrebbe un effetto positivo per le tasche degli automobilisti italiani.

L’appello di Federmetano

“Abbiamo a che fare con una situazione destinata ad aggravarsi se non si interviene immediatamente con misure a sostegno del settore – si legge nel comunicato di Federmetano – Parliamo di un comparto che conta oltre 1.500 punti vendita che distribuiscono su tutto il territorio nazionale non solo metano di origine fossile ma per il 30% biometano, che in pochi anni potrebbe sostituire totalmente il gas naturale di origine fossile, rispondendo anche alla necessità di limitare la nostra eccessiva dipendenza energetica dall’estero.

Un’infrastruttura indispensabile non solo per il trasporto privato e per quello pesante, ma anche per il trasporto pubblico locale (TPL) che continua a investire in mezzi alimentati a gas naturale, incrementando l’utilizzo di tale tecnologia che considera una scelta valida anche per il prossimo futuro. Una rete già pronta per distribuire anche idrogeno e, dunque, doppiamente necessaria per la decarbonizzazione che l’Italia, come gli altri paesi europei, è tenuta a traguardare”.

In attesa della possibile approvazione del pacchetto di misure volte al sostegno di questa situazione difficilissima, la Federazione ricorda che “ogni impianto che chiude è un passo in avanti verso un irreparabile danno per l’economia” e al tempo stesso un “enorme passo indietro sulla strada della sostenibilità che tutti sono chiamati a percorrere e che l’Europa impone quale obiettivo irrinunciabile”.

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