• 17 Maggio 2024 7:37

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Così l’economia circolare entra nelle nostre case

Set 1, 2022

AGI – Risparmio energetico, benessere sociale tra il vicinato, utilizzo del tetto per generare energia rinnovabile condivisa, giardini sulle facciate come isolante termico, spazi per lavanderie comuni nei sottoscala. Sono gli obiettivi e i contenuti dell’”architettura circolare” secondo i criteri e la filosofia della nuova edilizia residenziale. Più che ormai attuali dopo l’impennata del prezzo dell’energia come conseguenza di pandemia, guerra, crisi energetica, inflazione. Un combinato disposto micidiale.

Il must del progetto ruota infatti proprio intorno all’idea della lavanderia comune, perché – si legge sul il Paìs che lo illustra – “l’economia circolare può entrare in un edificio proprio attraverso la lavanderia comune, salire sul tetto con la creazione di una comunità solare o l’installazione di tetti verdi o con isolamento naturale”. 

Annotazione: “i vicini condividono questi elettrodomestici, il che si traduce in un risparmio di spazio nelle loro case. Diminuisce la produzione di nuove macchine (con meno si ottiene di più). L’acquisto congiunto consente di acquisire una macchina costosa ma altamente efficiente, che riduce il consumo di energia e acqua. Si crea uno spazio di convivenza in cui i vicini socializzano, che è uno dei tre pilastri dello sviluppo sostenibile insieme alla crescita economica e alla cura dell’ambiente”.

Si tratta, in fondo, di idee che possono essere applicate anche a case già realizzate e che possono essere parte di nuovi progetti, “in grado di gestire altri criteri sostenibili come lo possono essere l’installazione di pareti divisorie modulari o la creazione di spazi più comuni, come un’officina attrezzata per riparazioni casalinghe”, si legge ancora.

“Si tratta di mantenere il valore delle risorse il più a lungo possibile in ambito economico sistema e utilizzo di energia da fonti rinnovabili, riassume Alfons Ventura, architetto e membro dell’area tecnica del Gbce (Green Building Council Spain o, anche, Council for Sustainable Building in Spain).

Vantaggi: un tetto verde protegge dal calore, trattiene e purifica l’acqua piovana, aumenta l’isolamento acustico e riduce la CO2; l’installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto degli edifici sfrutta gli spazi sottoutilizzati per ottenere energia rinnovabile che può essere condivisa con i residenti del quartiere; il tetto viene utilizzato per produrre cibo a chilometro zero e come luogo di socializzazione tra vicini, solo per fare un esempio che riguarda nello specifico il tetto, definito “paesaggistico”, con isolamento termico e acustico.

Riciclare tutto durante le ristrutturazioni

Ma non finisce qui: per le zone cosiddette “comuni” è prevista l’installazione di un impianto di trattamento delle acque reflue nel seminterrato converte le acque grigie in una nuova risorsa idrica per irrigare e riempire i serbatoi dei servizi igienici; uno spazio in cui classificare correttamente i rifiuti meno comuni come apparecchiature elettriche ed elettroniche, illuminazione o rifiuti non riciclati; un parco giochi composto da attrazioni in plastica riciclata ottenute dal riciclaggio di contenitori, brik e altri rifiuti dal contenitore giallo.

I vantaggi non sono né pochi né indifferenti. Tra le altre cose, spiega il servizio del Paìs, “l’architettura circolare sostiene il riciclaggio il più possibile durante i lavori di ristrutturazione o demolizione e l’utilizzo di nuovi elementi con un alto contenuto di materiale riciclato e per quanto riguarda le materie prime utilizzate in edilizia e facilmente riciclabili, spiccano alluminio, acciaio e legno. L’architetto Ventura ricorda anche di non aggiungere alcun tipo di rivestimento tossico o dannoso per l’ambiente come lo possono esse alcune vernici o elementi adesivi, che invece rischiano di rovinare un buon materiale quando si tratta di dover riciclare.

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