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Cos’è il “flash crash” e perché oggi ha fatto sprofondare i mercati

Mag 2, 2022

AGI – Una mezz’oretta di panico, stamattina, tra le 9,45 e le 10,15 ha fatto sprofondare le borse europee. Il tracollo ha interessato in particolare le piazze di Stoccolma, Copenhagen e Oslo, dove gli indici sono scesi fino all’8%. Anche Milano ne è stata travolta, arrivando a cedere fino al 3,8% per poi risalire. La prima seduta di maggio è però proseguita negativa, così come era partita.

Cos’è il “flash crash”

Si tratta di un termine borsistico per indicare un crollo repentino degli indici ed è stato usato per la prima volta il 6 maggio 2010 quando a Wall Street, tra le 14,42 e le 15,07, sprofondo’ l’indice Dow Jones e di conseguenza anche il Nasdaq. Centinaia di miliardi di dollari di valore di mercato delle azioni americane andarono in fumo in 20 minuti dopo che un programma informatico aveva accidentalmente innescato un sell-off.

La causa del “flash crash” di oggi

Gli analisti ancora non sanno darsi una spiegazione tecnica dell’episodio di oggi, ma lo riconducono quasi certamente all’andamento delle Borse del Nord Europa. Come un effetto-domino, il crollo si è poi propagato sui principali indici europei. Quando si verifica un crollo degli indici, i computer elaborano ingenti ordini di vendita, che amplificano i cali di prezzo.

Secondo l’operatore di borsa Nasdaq Stockholm, non è un errore tecnico e non si è trattato di un attacco ‘hacker’ a un sistema straniero, cosi’ come paventato inizialmente. “è chiaro che la causa del crollo va da ricondursi ad una transazione molto rilevante da parte di un broker”, ha detto un portavoce dell’operatore di scambio.

Tra le ipotesi, anche l’errore di un trader, che ha causato una forte reazione del mercato anche perchè la seduta era già caratterizzata da un volume di scambi molto sottile. La Borsa di Londra era infatti chiusa per festività. Peraltro le borse europee già viaggiavano in netto ribasso, appesantite dalle preoccupazioni per il rallentamento economico in Cina, per la fiammata dell’inflazione e per l’imminente rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed e della Boe. 

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