• 2 Maggio 2024 0:27

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Cosa resterà di Wimbedon 2022, i 10 momenti magici di un’edizione storica

Lug 11, 2022

 AGI – Una tennista nata a Mosca (Elena Rybakina) e un fiero no vax (Novak Djokovic) stretti in un abbraccio danzante.

Il tradizionale ballo di fine torneo aperto dai due vincitori, ha dato la pennellata finale a Wimbledon 2022, un’edizione del tutto anomala dalla vigilia, con la decisione di escludere i tennisti russi e bielorussi (il numero uno del ranking Daniil Medvedev in primis) dal torneo e la conseguente rappresaglia dell’Atp e Wta che ha derubricato lo slam a esibizione di lusso, con molti soldi ma zero punti in campo.

Fato, agonismo, politica, decisioni arbitrali e ritiri a sorpresa l’hanno trasformata però in uno Slam da incorniciare e raccontare ai nipoti. Ecco il torneo nei suoi dieci momenti clou.

1. Il ritiro di Berrettini: la doccia fredda è arrivata quando tutta l’Italia stava già sognando il trionfo dell’azzurro che lo scorso anno era approdato in finale, proprio contro Djokovic: a poche ore dal suo primo turno Berrettini si è scoperto positivo al Covid e ha deciso di ritirarsi.

Con coda di polemiche (il regolamento gli avrebbe permesso di giocare, il suo altruismo no). Lo rivedremo tra una settimana sulla terra di Gstaad.

2. Ci pensa Sinner: gli orfani di Berrettini si sono ampiamente consolati con Sinner, fermato nei suoi primi quarti sull’erba dal vincitore (è stato l’unico a portare al quinto set Djokovic) e, soprattutto capace di sbarazzarsi di Alcaraz, l’altro next gen che gli stava facendo molta ombra. Sull’erba di Wimbledon è nato il nuovo Sinner.

3. Sette volte Nole (un numero non sempre perfetto): Nel giorno del suo anniversario del matrimonio (con moglie abbigliata però da damigella della sposa, in rosa confetto con fioccone sul didietro e maniche a supersbuffo nel box del campione) Djokovic ha vinto il suo settimo Wimbledon, dando una lezione di tenuta mentale al finalista Nick Kyrgios.

Ha giocato la finale da numero tre del mondo, ma per via della non assegnazione di punti Atp si ritrova clamorosamente e ingiustamente, al numero sette. Però non dispera di andare agli Us Open (se il regolamento Covid americano cambierà, perché non cambierà idea sul vaccinarsi).

4. La kazaka di Mosca: Era stata contestata un po’ da tutti (ma i giocatori non hanno trovato la forza di boicottare il torneo) la decisione dell’All England Club di escludere russi e bielorussi dalle gare per sanzionare la guerra di Putin.

A rimettere le cose a posto ci hanno pensato il fato e i drittoni di Elena Rybakina, moscovita che ha trasferito la sua nazionalità in Kazakhstan per motivi agonistici. Premiata in campo dalla principessa Kate Middleton (l’esclusione di russi e bielorussi era stata dettata anche dalla necessità di non mettere in imbarazzo la Corona al momento della consegna della coppa) per l’occasione in giallo ucraino.

5. Il giubilo di Tarpischev: “Incredibile. Congratulazioni, Rybakina, abbiamo vinto Wimbledon”. Così Shamil Tarpishev, il presidente della federazione tennis russa, ha salutato il trionfo della vincitrice. Fregandosene del Kazakhstan e delle regole dell’All England Club.

6. La sconfitta di Boris: il fato ha voluto anche che le dimissioni del premier Boris Johnson arrivassero nel bel mezzo di Wimbledon. Era stato proprio il governo britannico a decidere di proibire il torneo a russi e bielorussi. La loro presenza oltre alla Corona avrebbe imbarazzato il premier anti Putin.

7. Il trionfo di Federer: assente causa guai fisici dal torneo Roger Federer è stata la star assoluta (ha avuto più applausi di quelli rivolti al vincitore domenica) della cerimonia per i cento anni del campo centrale, vero momento magico del torneo, con tutti i grandi vincitori storici in campo.

Federer, sfolgorante in giacca, cravatta e scarpe da tennis, ha detto che spera di tornare sul Centrale “ancora una volta”. Lo speriamo tutti.

8. Le lacrime di Fokina: ha comprensibilmente versato qualche lacrima Davidovich Fokina a fine match. È dovuto uscire dal campo senza neanche giocare il match point a favore dell’avversario Vesely.

Il severo arbitro Carlos Ramos sul 7-9 del super tiebreak del quinto set gli ha dato un penalty point (Fokina aveva scagliato una palla fuori dal campo e avendo già avuto un warning, non c’è stato scampo).

9. Il ritiro di Nadal: Il vincitore di due Slam 2022 ha clamorosamente lasciato il torneo alla vigilia della semifinale contro Kyrgios, per colpa di una lesione addominale di sette millimetri.

Nell’album fotografico di Wimbledon resterà l’immagine di suo padre che nel match precedente contro Taylor Fritz, quando la lesione addominale aveva cominciato a far male, lo incitava a lasciare il campo. Niente da fare. Fritz ancora non ci dorme la notte.

10. Il piccolo George: in giacca e cravatta regimental (noblesse oblige, ma a nove anni la cravatta potevano anche risparmiargliela). George di Cambridge ha seguito la finale insieme a mamma Kate e papà William. Le telecamere, ovviamente erano tutte per lui. Si è saputo che gioca benino a tennis, lo vedremo sul Centrale? 

 AGI – Una tennista nata a Mosca (Elena Rybakina) e un fiero no vax (Novak Djokovic) stretti in un abbraccio danzante.
Il tradizionale ballo di fine torneo aperto dai due vincitori, ha dato la pennellata finale a Wimbledon 2022, un’edizione del tutto anomala dalla vigilia, con la decisione di escludere i tennisti russi e bielorussi (il numero uno del ranking Daniil Medvedev in primis) dal torneo e la conseguente rappresaglia dell’Atp e Wta che ha derubricato lo slam a esibizione di lusso, con molti soldi ma zero punti in campo.
Fato, agonismo, politica, decisioni arbitrali e ritiri a sorpresa l’hanno trasformata però in uno Slam da incorniciare e raccontare ai nipoti. Ecco il torneo nei suoi dieci momenti clou.
1. Il ritiro di Berrettini: la doccia fredda è arrivata quando tutta l’Italia stava già sognando il trionfo dell’azzurro che lo scorso anno era approdato in finale, proprio contro Djokovic: a poche ore dal suo primo turno Berrettini si è scoperto positivo al Covid e ha deciso di ritirarsi.
Con coda di polemiche (il regolamento gli avrebbe permesso di giocare, il suo altruismo no). Lo rivedremo tra una settimana sulla terra di Gstaad.
2. Ci pensa Sinner: gli orfani di Berrettini si sono ampiamente consolati con Sinner, fermato nei suoi primi quarti sull’erba dal vincitore (è stato l’unico a portare al quinto set Djokovic) e, soprattutto capace di sbarazzarsi di Alcaraz, l’altro next gen che gli stava facendo molta ombra. Sull’erba di Wimbledon è nato il nuovo Sinner.
3. Sette volte Nole (un numero non sempre perfetto): Nel giorno del suo anniversario del matrimonio (con moglie abbigliata però da damigella della sposa, in rosa confetto con fioccone sul didietro e maniche a supersbuffo nel box del campione) Djokovic ha vinto il suo settimo Wimbledon, dando una lezione di tenuta mentale al finalista Nick Kyrgios.
Ha giocato la finale da numero tre del mondo, ma per via della non assegnazione di punti Atp si ritrova clamorosamente e ingiustamente, al numero sette. Però non dispera di andare agli Us Open (se il regolamento Covid americano cambierà, perché non cambierà idea sul vaccinarsi).
4. La kazaka di Mosca: Era stata contestata un po’ da tutti (ma i giocatori non hanno trovato la forza di boicottare il torneo) la decisione dell’All England Club di escludere russi e bielorussi dalle gare per sanzionare la guerra di Putin.
A rimettere le cose a posto ci hanno pensato il fato e i drittoni di Elena Rybakina, moscovita che ha trasferito la sua nazionalità in Kazakhstan per motivi agonistici. Premiata in campo dalla principessa Kate Middleton (l’esclusione di russi e bielorussi era stata dettata anche dalla necessità di non mettere in imbarazzo la Corona al momento della consegna della coppa) per l’occasione in giallo ucraino.
5. Il giubilo di Tarpischev: “Incredibile. Congratulazioni, Rybakina, abbiamo vinto Wimbledon”. Così Shamil Tarpishev, il presidente della federazione tennis russa, ha salutato il trionfo della vincitrice. Fregandosene del Kazakhstan e delle regole dell’All England Club.
6. La sconfitta di Boris: il fato ha voluto anche che le dimissioni del premier Boris Johnson arrivassero nel bel mezzo di Wimbledon. Era stato proprio il governo britannico a decidere di proibire il torneo a russi e bielorussi. La loro presenza oltre alla Corona avrebbe imbarazzato il premier anti Putin.
7. Il trionfo di Federer: assente causa guai fisici dal torneo Roger Federer è stata la star assoluta (ha avuto più applausi di quelli rivolti al vincitore domenica) della cerimonia per i cento anni del campo centrale, vero momento magico del torneo, con tutti i grandi vincitori storici in campo.
Federer, sfolgorante in giacca, cravatta e scarpe da tennis, ha detto che spera di tornare sul Centrale “ancora una volta”. Lo speriamo tutti.
8. Le lacrime di Fokina: ha comprensibilmente versato qualche lacrima Davidovich Fokina a fine match. È dovuto uscire dal campo senza neanche giocare il match point a favore dell’avversario Vesely.
Il severo arbitro Carlos Ramos sul 7-9 del super tiebreak del quinto set gli ha dato un penalty point (Fokina aveva scagliato una palla fuori dal campo e avendo già avuto un warning, non c’è stato scampo).
9. Il ritiro di Nadal: Il vincitore di due Slam 2022 ha clamorosamente lasciato il torneo alla vigilia della semifinale contro Kyrgios, per colpa di una lesione addominale di sette millimetri.
Nell’album fotografico di Wimbledon resterà l’immagine di suo padre che nel match precedente contro Taylor Fritz, quando la lesione addominale aveva cominciato a far male, lo incitava a lasciare il campo. Niente da fare. Fritz ancora non ci dorme la notte.
10. Il piccolo George: in giacca e cravatta regimental (noblesse oblige, ma a nove anni la cravatta potevano anche risparmiargliela). George di Cambridge ha seguito la finale insieme a mamma Kate e papà William. Le telecamere, ovviamente erano tutte per lui. Si è saputo che gioca benino a tennis, lo vedremo sul Centrale? 

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