• 6 Dicembre 2025 3:07

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Corre a 150 km/h per “far asciugare la macchina”: la reazione della Polizia

Set 30, 2025

A volte la fantasia degli automobilisti fermati per eccesso di velocità sembra non avere limiti. L’ultimo caso arriva dalla Francia, nei pressi di Caen, dove un uomo di 36 anni è stato pizzicato dalle forze dell’ordine mentre correva a 152 km/h su un tratto con limite di 90 km/h. Messo alle strette dalle autorità, il conducente ha usato una scusa a dir poco insolita pur di scampare a una multa salata e al rischio concreto di perdere la patente.

La particolarità della vicenda non sta tanto nei numeri del tachimetro, quanto piuttosto nella giustificazione escogitata dal trentaseienne. Consapevole della portata della sue azioni, ha dapprima provato a negare, con argomentazioni fragili e poco credibili. Quindi, resosi conto che i margini per una difesa classica erano inesistenti, ha deciso di giocare la carta della “scusa creativa”: secondo lui stava semplicemente “facendo asciugare la macchina” dopo averla lavata, e per farlo doveva correre forte così da evitare la formazione di aloni sulla carrozzeria.

Un tribunale poco incline all’ironia

L’immagine è da commedia: un dirigente d’azienda lanciato a oltre 150 orari non per una riunione importante né per un’urgenza familiare, bensì per preservare la brillantezza della vernice del proprio veicolo. Nonostante la trovata abbia strappato un sorriso perfino ai presenti, il tribunale di Caen è stato clemente fino a un certo punto, comminandogli una multa di 600 euro, e poteva andargli peggio. In rapporto all’entità dell’infrazione, la cifra è persino contenuta e lascia la possibilità di andare avanti a guidare.

Il protagonista della vicenda, manager abituato a percorrere circa 50.000 chilometri l’anno causa lavoro, si è quindi visto infliggere una sanzione tutto sommato “soft”, ma la sua storia resta un piccolo monumento all’assurdo, destinato a circolare a lungo come esempio di quanto la realtà possa superare la fantasia.

Il parallelo con l’Italia

L’episodio francese trova un curioso contrappunto in Italia. A Val Fontana, oltre al divieto di circolazione nelle ore notturne nel pieno della stagione degli amori dei cervi, il sindaco ha introdotto un divieto singolare riguardante il lavaggio delle auto, misura che diversi osservatori hanno letto come un modo per intervenire su pratiche quotidiane considerate marginali ma con effetti concreti. Se da una parte dunque si cerca di governare con ordinanze la quotidianità dei cittadini, dall’altra ci sono casi tipo quello di Caen, nei quali emerge con prepotenza la distanza siderale tra buon senso e comportamenti effettivi al volante.

Scuse creative, multe reali

Non è la prima volta che automobilisti colti in fallo tentano la via della fantasia. Negli archivi della cronaca figurano storie di guidatori pronti a giustificarsi con sufficiente faccia da sfoderare ragioni altamente improbabili, dall’urgenza di arrivare a casa prima di far sciogliere il gelato, al bisogno di “caricare le batterie” del veicolo con un’accelerata prolungata.

Eppure, per quanto bizzarre o persino simpatiche, le spiegazioni hanno poca speranza davanti alla legge: il Codice della Strada non ammette deroghe per spirito creativo. Il precedente salito più di recente alle cronache, sempre in Europa, è quello del giovane trovato ubriaco a dormire in auto in mezzo alla strada, anche lì una scena quasi surreale, che però nascondeva un rischio enorme per sé e per gli altri.

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