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Coronavirus, primi contagi alle Eolie. L’appello dalle isole minori: “Non venite, non abbiamo ospedali”

Mar 15, 2020

E’ successo quello che si temeva. Il coronavirus è arrivato anche nelle isole minori, lì dove le piccole comunità che vi risiedono fanno sempre i conti con l’assenza di ospedali e a stento riescono ad avere garantite le normali prestazioni dalla guardia medica e dagli ambulatori a singhiozzo.

Una ragazza di 25 anni, arrivata da qualche giorno dal Nord Italia, è risultata positiva a Salina e positivo è anche un uomo di 64 anni, che risiede sull’isola. Sono i primi casi di contagio. I due al momento sono stati posti in isolamento domiciliare ma l’uomo ha altre patologie e si sta valutando se è opportuno il ricovero in qualche ospedale. Ma dove? Sicuramente non a Salina, dove non c’è ospedale.

LA MAPPAI contagi in Italia

E sui social esplode la polemica degli abitanti delle isole che da giorni si rivolgono alle autorità chiedendo rigidissimi controlli agli imbarcaderi e di bloccare gli arrivi delle persone, moltissime proprio delle regioni del Nord che hanno seconde case nelle isole e hanno cominciato a riaprirle già da giorni. In alcuni imbarcaderi per gli arcipelaghi, come in Campania, i controlli ci sono con i termoscanner ma non dovunque è così. E comunque non sono sufficienti a proteggere queste piccole comunità senza alcuna struttura sanitaria.

Qualche giorno fa a Ginostra, frazione isolata di Stromboli dove d’inverno vivono in 40, sono sbarcate nove persone che gli abitanti conoscono bene. Hanno case lì da anni, si conoscono tutti ma il loro arrivo non è stato ben accolto. “Seppure isolati su uno scoglio in mezzo al mare temiamo anche noi per le nostre vite e chiediamo maggiori controlli. Il rischio per noi viene da chi sbarca, anche perché siamo del tutto impreparati a gestire un’eventuale emergenza sanitaria” sottolinea Mario Lo Schiavo, 75 anni, storico portavoce dei residenti di Ginostra. Aggiunge Pasquale Giuffré, 70 anni, pensionato: “Abbiamo un piccolo presidio di guardia medica, con un solo medico, peraltro non adeguatamente attrezzato. In caso di contagio non sappiamo come comportarci, non conosciamo neanche quale sia il protocollo”.

L’ordinanza della Protezione civile con le limitazioni è affissa sull’unico negozio di alimentari di Ginostra dove le persone entrano a due a due, ma adesso l’arrivo del coronavirus fa più paura.

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