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Coronavirus, oltre 1.500 casi a Milano: in città metropolitana si sfiora quasi quota 4mila – MilanoToday

Mar 21, 2020

Continua l’avanzata del Coronavirus a Milano. Secondo l’ultimo bollettino della Regione all’ombra della Madonnina ci sono 1.550 casi e sono aumentati di 172 unità nelle ultime 24 ore. La situazione non è più rosea nella Città Metropolitana dove i casi sono 2.804 e sono aumentati di 526 in un giorno.

Non va meglio in Lombardia dove i casi totali sono 22.264 e in una sola giornata sono cresciuti di 2.380 unità. I morti hanno oltrepassato quota 2.500 (2.549) e sono aumentati 381 in un solo giorno. In tutta la Regione ci sono 7735 persone ricoverate negli ospedali e 1.050 di questi si trovano in terapia intensiva. I guariti, invece, sfiorano i 4.300 (4.295) e sono aumentati di 517 unità in un giorno. “Sono persone che sono guarite – ha sottolineato Gallera -, non sono ancora diventate negative, ma sono guarite”.

I dati provincia per provincia

Nella giornata di venerdì 20 marzo la provincia più colpita dal Coronavirus resta quella di Bergamo con 5.154 casi, seguono Brescia con 4648 casi e Milano con 3804. Successivamente ci sono Cremona (2392), Lodi (1597), Pavia (1105), Monza (816), Mantova (723), Lecco (676), Como (380), Varese (338) e Sondrio (163).

Nuovo decreto Coronavirus: ecco cosa cambia

Nella serata di venerdì sono state varate nuove restrizioni per contrastare e contenere il diffondersi del virus. L’ordinanza è stata firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza dopo che le vittime sono diventate più di 4mila. “È necessario fare ancora di più per contenere il contagio – ha dichiarato il ministro -. Garantire un efficace distanziamento sociale è fondamentale per combattere la diffusione del virus. Il comportamento di ciascuno è essenziale per vincere la battaglia”.

Coronavirus, che cosa cambia da oggi: nuova mini-stretta

Ecco elencate tutte le misure stabilite nell’ordinanza e che avranno validità fino al 25 marzo: – È vietato l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici; – Non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona; – Sono chiusi gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, posti all’interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonché nelle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione di quelli situati lungo le autostrade, che possono vendere solo prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali; – Restano aperti quelli siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro; – Nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza.

Restano inalterati, invece, gli orari dei supermercati e dei negozi alimentari.

Fontana: “Quando scadranno siamo certi che il Governo assumerà misure davvero efficaci e decisive”

Le nuove misure varate dal governo sembra non abbiano soddisfatto pienamente il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana. “Valuto questa ordinanza un provvedimento per accentuare le misure di distanziamento e renderle omogenee sull’interno territorio nazionale, soprattutto per evitare che il prossimo week end diventi un’occasione di svago – ha dichiarato Fontana -. Alla scadenza del Dpcm (il 25 marzo, ndr) siamo certi che il Governo assumerà misure davvero efficaci e decisive nella lotta contro il virus. La Lombardia si aspetta questo per uscire dal tunnel”.

Sala: “Chiudiamo i tabaccai a Milano”

E proprio per vincere questa battaglia, il sindaco di Milano ha in mente – come la regione – una serie di misure più restrittive.

“Milano deve essere un fronte di resistenza per noi stessi, per la nostra salute, ma anche perché se carichiamo di più il sistema sanitario questo crolla – ha spiegato il primo cittadino meneghino al Tg1 delle 20 di venerdì -. Il tema è non portare altri contagiati in ospedale, bisogna pensare anche a dei sistemi di sorveglianza attiva a casa. Il punto è questo: io penso molto ai medici che stanno facendo un lavoro incredibile, ma non possiamo sovraccaricarli ulteriormente”.

Quindi, sulle chiusure: “Per noi è sbagliato chiudere i supermarket alla domenica perché già ora ci sono code e affollamento e se riduciamo gli orari può darsi che diventa peggio. Bisogna continuare con saggezza sapendo che via via si chiude, ma si tutelano le filiere essenziali come farmaci e alimentari. Noi stasera come sindaci dicevamo «chiudiamo anche i tabacchini, ci spiace ma a mali estremi, estremi rimedi»”.

“Ancora troppa gente in giro”

Regione sta monitorando gli spostamenti dei cittadini all’interno della Lombardia attraverso i dati delle cellule telefoniche. “I numeri degli spostamenti sono ancora troppo alti — ha spiegato il vicepresidente del Pirellone, Fabrizio Sala —. E guardando le fasce orarie, abbiamo dei picchi importanti alle 18 e alle 19 e alle 12 alle 13. La gente in questi orari si sposta di più e lo fa per motivi lavorativi vista l’apertura delle attività produttive e professionali”.

“Il dato che abbiamo rappresenta circa l’85% del totale della popolazione lombarda, pertanto è più che affidabile. È importantissimo rallentare il contagio da coronavirus – aveva concluso Sala – perché la vita umana non ha prezzo e noi ogni giorno lavoriamo per tutelarla. Contenere la diffusione del virus, tuttavia, serve anche a livello economico: le nostre micro, piccole e medie imprese stanno subendo un forte impatto negativo che se dovesse proseguire per altro tempo ne minaccerebbe la sopravvivenza”.

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