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Coronavirus, Niccolò torna a casa: ormai è diventato «figlio di tutti»

Feb 29, 2020

dopo la quarantena allo spallanzani

Il 17enne di Grado, negativo al test, era stato bloccato per due volte in Cina a causa della febbre

29 febbraio 2020


Coronavirus, prevenzione e quarantena: le regole fuori dall’area rossa

2′ di lettura

Per lui il giorno di San Valentino ha rappresentato una liberazione. Il terzo tentativo di riportarlo a casa è andato a buon fine proprio il giorno della festa degli innamorati, dopo un lungo tira e mola con le autorità cinesi. Pochi decimi di febbre lo hanno fatto restare a terra per ben due volte, in un soggiorno forzato a Wuhan. Ora è felice Niccolò, il 17enne di Grado bloccato per due volte in Cina, nonostante fosse negativo ai test. Tanto da diventare un inconsueto caso diplomatico. Poi il rientro in Italia a bordo di un aereo dell’Aeronautica militare. E la quarantena. É stato in isolamento allo Spallanzani per 14 giorni, dopo il rientro in Italia. Tornato in patria in isolamento, protetto all’interno di una struttura ad «alto biocontenimento». Poi il trasferimento da Pratica di Mare all’Istituto per le malattie infettive di Roma, per la quarantena.

Ha tenuto l’Italia col fiato sospeso

Per giorni il ragazzo friulano ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso. Coccolato dallo staff dello Spallanzani, ha trascorso serenamente i 14 giorni di quarantena necessari dopo il rientro da Wuhan. Ma ovviamente non vedeva l’ora di riabbracciare i suoi genitori, giunti da Grado per riportarlo a casa.

Tornerà in Cina

«Niccolò tornerà in Cina», hanno detto i genitori di Niccolò, giunti allo Spallanzani per riprendere il figlio. «Non si è mai scoraggiato, è sempre stato forte e non si è perso d’animo. Ci ha stupito che fosse così forte. Non abbiamo mai avuto paura -hanno detto i genitori – che potesse essersi contagiato, è sempre stato attento».

Dopo aver finalmente superato i controlli medici, Niccolò, lo studente di 17 anni di Grado, bloccato a Wuhan, è stato imbarcato, il 14 febbraio , sull’aereo dell’Aeronautica militare italiana che è poi decollato in piena notte per riportarlo in patria (Ansa)

Trattato come un figlio

Allo Spallanzani l’hanno trattato come un figlio. «É diventato il figlio di tutti», hanno detto i genitori, accolti dal direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia, dal direttore generale Marta Branca e dall’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato. Per i genitori, che hanno ringraziato il personale dell’Istituto per le malattie infettive di Roma: la «grande garanzia, una marcia in più è stato sapere che nostro figlio era seguito da medici dello Spallanzani». L’Istituto, hanno scritto i medici nel bollettino giornaliero del nosocomio, «è felice di poter condividere questa gioia con la famiglia del ragazzo e i suoi amici».

Sempre informati sulle condizioni

«Qualche pensiero c’è stato», non hanno nascosto i genitori ricordando la difficile attesa, quando il figlio era bloccato a Wuhan. «Ma è andato tutto bene. Siamo stati in contatto con tutti quelli impegnati per farlo tornare. Siamo stati sempre informati sulle sue condizioni in Cina e qui in Italia». Ora tornerà a una vita normale, a scuola dove lo aspettano gli amici. E appena sarà possibile organizzerà una festa con gli amici.

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