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Coronavirus, l’Italia si colora di arancione: ecco le nove regioni a rischio

Gen 8, 2021

i colori della pandemia

In serata i dati della cabina di regia segneranno il verdetto per alcune regioni, con il passaggio dalla fascia gialla con restrizioni a quella arancione

di Nicoletta Cottone

Coronavirus, quanto colpisce ogni 100mila abitanti: il dato più alto in Veneto

In serata i dati della cabina di regia segneranno il verdetto per alcune regioni, con il passaggio dalla fascia gialla con restrizioni a quella arancione

8 gennaio 2021


2′ di lettura

L’Italia si colora di arancione. In serata i dati della cabina di regia segneranno il verdetto per alcune regioni, con il passaggio dalla fascia gialla con restrizioni a quella arancione. Dopo i passi positivi delle scorse settimane, sono tornate a salire il numero di regioni che superano la soglia d’allerta per i posti occupati da pazienti Covid in terapia intensiva: la media nazionale si attesta al 30%, ma a superare questa soglia sono 9 regioni, dunque 3 in più in una settimana. In aumento anche il numero delle regioni che superano la soglia d’allerta del 40% dei posti nei reparti ospedalieri: sono anche in questo caso 9, una in più rispetto a una settimana fa.

Nove superano le soglie di allerta di terapie intensive

La soglia di allerta dei posti in terapia intensiva occupati da malati Covid è stata stabilita nel 30% dal decreto del ministero della Salute 30 aprile 2020. Nove fra regioni e province autonome superano questa soglia: Emilia Romagna (31%), Friuli Venezia Giulia (35%), Lazio (32%), Lombardia (38%), Piemonte (31%), provincia autonoma di Bolzano (35%), provincia autonoma di Trento (50%), Puglia (33%) e Veneto (37%).

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I posti occupati negli ospedali oltre il limite

Sul fronte dei posti occupati in area “non critica”, o nei reparti di medicina, pneumologia e malattie infettive, la soglia limite è stata individuata al 40 per cento. la media è di circa il 36%, ma sono anche qui sono nove, una in più rispetto a una settimana fa, le regioni oltre soglia: Emilia Romagna (44%), Friuli Venezia Giulia (51%), Lazio (44%), Liguria (41%), Marche (44%), Piemonte (48%), provincia autonoma di Bolzano (44%), Provincia autonoma di Trento (59%) e Veneto (44%).

Nel giudizio conta anche Rt

La decisione presa già con il decreto legge 1/2021 approvato il 5 gennaio 2021 abbassa le soglie di accesso alle zone arancioni e rosse, preparando il campo all’ipotesi di creare una zona bianca con maggiori libertà. Già con Rt a 1 si entra in fascia arancione, che costringe a non spostarsi dal coune di residenza, con bar e ristoranti chiusi (possibile effettuare solo asporto) e negozi aperti. Basta che l’Rt salga a 1.25 per trovarsi in fascia rossa, situazione nella quale scatta il lockdown, con richiesta ai cittadini di spostarsi solo per coprovate esigenze di lavoro, necessità o urgenza e negozi chiusi, tranne quelli alimentari e indispensabili.

Gli scenari di rischio per applicare le zone arancioni e rosse

In base all’ultimo decreo legge il ministro della Salute Roberto Speranza, con propria ordinanza, applicherà le misure da zona arancione alle regioni che si collocano in uno scenario almeno di tipo 2 e con un livello di rischio almeno moderato e di zona rossa in uno scenario almeno di tipo 3 e con un livello di rischio almeno moderato, se nel relativo territorio si manifesti un’incidenza settimanale dei contagi superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti. Nella scorsa rilevazione della Cabina di regia il dato più elevato era in Veneto con 969 casi ogni 100mila abitanti, il più basso in Calabria con 131. Dunque tutte le regioni erano ampiamente sopra i 50 contagi ogni 100mila abitanti. Ma per il verdetto finale bisogna considerare l’insieme dei vari indicatori (21 in tutto).

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