Le regioni più sotto stress
In termini assoluti sotto la Lombardia ci sono Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Marche. Il Piemonte mostra una crescita dei casi del 25%, con le province di Biella (+43%), Torino (+38%). La Toscana cresce del 21% con Arezzo (+65%), Pisa e Lucca +29%. L’Emilia Romagna dell’11% con Ferrara +31% e Reggio Emilia +24%. Le Marche vedono crescere i casi del 10%, senza particolari picchi provinciali, il Veneto +9% con Vicenza e Verona +13%. La gravità relativa delle situazioni regionali dipende anche dalle disponibilità di posti in terapia intensiva. Il vantaggio temporale rispetto alla Lombardia consente alle altre regioni di attrezzarsi con maggiore anticipo, per quanto possibile.
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Per fare un confronto tra regioni nei prossimi giorni bisognerà anche tenere conto delle differenti strategie messe in campo sul fronte dello screening. In Veneto, ad esempio, sono stati fatti più tamponi che in Lombardia rispetto alla popolazione. Ora la Toscana ha annunciato 500mila test seriologici, ovvero del sangue. Annuncio simile è stato fatto dalla regione Emilia Romagna: test anche agli asintomatici.
Focolaio in Calabria. Il sud si prepara
L’attenzione è concentrata su vari livelli nella penisola. Gli occhi sono puntati sul dato nazionale, ma gli esperti sanno che è a livello locale che si deve intervenire fermando i nuovi focolai. Come successo in Calabria, con la “chiusura” del Comune di Montebello Jonico, in provincia di Reggio Calabria e San Lucido, in provincia di Cosenza.
Borrelli ha detto che è ancora prematuro esprimersi sulla diffusione del virus al sud. In alcuni casi la curva è in forte crescita, come in Basilicata (+66%), ma si parte da valori assoluti molto bassi: 20 in totale. La Puglia segna una crescita di contagi del 48% a 340 persone. Nel grafico sotto tutti i dati per regione (contagi, decessi, guariti) per numeri totali, nella prima pagina, e aumento giornaliero nella seconda pagina.