Attilio Fontana si augura che il caldo dia una mano nella lotta contro il coronavirus e che il 4 maggio si possa gradualmente ripartire, riaprire. Il presidente della regione Lombardia si è presentato questa mattina davanti a Consiglio regionale per parlare della gestione lombarda dell’emergenza. “Lo dico senza valenza scientifica ma mi auguro, e spero di non sbagliare, che il caldo rallenterà il contagio e renderà il virus meno aggressivo. Mi auguro che chi dice questo abbia ragione e che il 4 maggio, data di termine dei precedenti provvedimenti, si possa ricominciare una ripresa graduale come è stato detto”, ha detto Fontana in aula. Ma nella sua relazione ha dovuto anche accennare al tema delle inchieste – giudiziarie e politiche – sulla strage di anziani nelle residenze sanitarie. “Non ho nulla contro le polemiche come non ho nulla le indagini” – ha detto – Forse le polemiche sono state intempestive, si poteva aspettare di risolvere il problema. Sulle Rsa e il Pat – ha ricordato – abbiamo nominato due commissioni che ci diranno se effettivamente qualche controllo è stato omesso e qualche comportamento omissivo è stato compiuto dai gestori delle Rsa, che nel 90% appartengono al privato e in una piccola percentuale sono miste”.

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E ancora: difesa dell’ospedale in Fiera e investimenti sulla sanità – “serve stabilizzare 2.500 medici e infermieri che hanno dato la disponibilità a collaborare in questo momento di emergenza. Faremo di tutto e stiamo ottenendo di poter rendere questi rapporti lavorativi a tempo indeterminato”, ha annunciato – e una gratifica economica per gli operatori sanitari. “Al nostro personale sanitario non bisogna solo dire grazie ma intervenire. Quindi,- ha detto – oltre al riconoscimento degli straordinari e delle indennità di rischio previste dalla legge, abbiamo deciso di mettere a disposizione un importo come una gratifica una tantum. Oltre ai 40 milioni mandati dal governo stanzieremo altri 80 milioni per far avere ai nostri dipendenti una gratificazione concreta per il loro comportamento”.

Fontana ha poi postato un intervento su Facebook dove non ha evitato di polemizzare con il governo. “Per giorni ci hanno raccontato, anche dal governo, – ha detto che la Lombardia doveva fare di più e da sola. Ora, dopo che la Regione ha lanciato una proposta per riaprire le attività con attenzione e buonsenso, da Roma parlano addirittura di fughe in avanti”. “Non inseguiamo le polemiche – ha detto Fontana – ma badiamo alla sostanza: molti altri Paesi europei sono già ripartiti, è necessario ragionare subito del nostro futuro”.
Molto polemico anche l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, al centro con il suo governatore delle polemiche . “Assisto disgustato a molteplici azioni di gigantesca deformazione della realtà e di sciacallaggio politico e mediatico”. ha scritto su Facebook. “Abbiamo vissuto qualcosa di pazzesco Ci siamo trovati a dover prendere decisioni immediate per problemi giganteschi. Senza consultare un avvocato, scegliendo sempre per salvare la vita alle persone. Il senno di poi è un gioco facile per chi è rimasto a guardare. Noi eravamo in trincea, e lo siamo ancora”. ha spiegato Gallera. “Io continuo il mio lavoro con immutata determinazione e motivazione – ha aggiunto l’assessore – e guardo con distacco a quanti ‘col senno di poi’ dalle comode scrivanie o dai divani di casa sputano sentenze e veleno. Noi siamo stati e siamo in trincea e non agiamo ne abbiamo mai agito per compiacere i ‘professori del giorno dopo’ ma sempre e solo per soffocare la diffusione del coronavirus e salvare la vita ai lombardi”.
Coronavirus, il punto sulla pandemia
informazioni aggiornate al 16 aprile 2020
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Il coronavirus Sars-Cov-2 sarà in circolo ancora per molto tempo, dicono gli esperti, anche quando il contagio sarà ridotto e si potrà iniziare una fase. Ma la ripartenza sarà molto lenta e i danni di lungo periodo. La pandemia da Covid-19 ha contagiato ormai più di due milioni di persone in tutto il mondo e ha fatto, solo in Italia oltre 20mila morti. La situazione è ancora drammatica e anche se le misure decise hanno rallentato la diffusione del virus non c’è ancora una soluzione. Per questo si cerca una cura, in attesa del vaccino.
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