Il Piemonte è pronto alla stretta. Se non sarà il governo a firmare un provvedimento nazionale per ridurre, ancora, le attività consentite all’aperto – l’ha ventilato ieri il ministro dello sport Vincenzo Spadafora – il governatore Alberto Cirio è pronto già da oggi a mettere ulteriori paletti al decreto dell’esecutivo e vietare le passeggiate e le attività sportive all’aria aperta (come ha fatto ieri la Val d’Aosta). Possibilità che, sempre di più, diventano l’alibi per sfuggire ai controlli, incontrare persone, creare assembramenti e in generale alimentare tutte quelle condizioni che gli epidemiologi considerano ad alto rischio per la trasmissione del contagio da coronavirus.
“Ho avvertito il premier – spiega Cirio – che condividevo le la necessità, del collega lombardo Fontana, di imporre ancora più restrizioni per convincere le persone a restare a casa. Abbiamo troppe immagini di gruppi di persone a spasso o nei parchi: molte seguono le restrizioni, ma altri no. Ed è pericoloso” chiarisce il presidente che l’altro ieri aveva ricevuto garanzie dall’esecutivo che sarebbe arrivato un provvedimento nazionale. Ieri la consueta riunione in videoconferenza dei governatori con il governo non si è svolta. “Se oggi non ci sarà un provvedimento nazionale, io sono pronto a firmare l’ordinanza per il Piemonte”.
Con quali divieti? Ogni Regione si sta muovendo in autonomia. Cirio pensa a uno stop dell’attività sportiva. Vietati i giri al parco in bicicletta, che siano per diletto o per allenamento. Sarà consentito pedalare solo per raggiungere il posto di lavoro o a fare la spesa. Stop anche alle passeggiate e alle corse nei parchi. I runner avranno tempo e modo di allenarsi quando sarà superata l’emergenza, ora, come il resto della popolazione, dovranno restare in casa. L’unica concessione all’uscita dalle proprie abitazioni – escluso il lavoro, la spesa, l’accudimento di anziani malati e l’emergenza – resterà il giro con il cane o i due passi, anche con i bambini, purché limitati al palazzo, all’isolato o al cortile. Insomma il Piemonte si prepara al picco dell’epidemia che, stando ai numeri, nessuno in questo momento è in grado di fissare con certezza, con una serrata sul modello Wuhan. Cirio si dice poi pronto anche a chiedere all’esercito di collaborare al controllo delle strade per sanzionare e, convincere a restare nelle proprie abitazioni, chi esce senza validi motivi.