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Coronavirus, gli aeroporti sono aperti: volare o rinunciare?

Mar 13, 2020

Il Governo sigilla l’Italia chiudendo anche tutte le attività commerciali non essenziali. Il Commissario all’emergenza Angelo Borrelli ha specificato che servirà l’autocertificazione persino per spostarsi a piedi. Figurarsi per prendere un aereo. Il susseguirsi di decreti ha disorientato molti viaggiatori e, all’incertezza, si è sommata in diversi casi l’impossibilità di tornare a casa, visto che molti Paesi (gli ultimi in ordine di tempo sono stati gli Usa) e diverse compagnie aeree hanno sospeso i voli da e verso l’Italia.

La maggior parte dei lettori che hanno scritto a Repubblica ha un volo prenotato per i prossimi giorni o settimane e si chiede cosa deve fare. La risposta è nei decreti approvati dal Governo e chiariti in alcune domande e risposte:

  • Se il motivo è il turismo, “gli spostamenti sono assolutamente da evitare”;
  • se lo scopo è quello di tornare a casa, si può viaggiare. Porti, stazioni e aeroporti infatti restano aperti.

se lo spostamento è necessario (il ritorno a casa, la salute, il lavoro), consigliamo di seguire alcuni consigli:

  • Verificare (prima di andare in aeroporto) con la compagnia aerea se il volo partirà o no;
  • controllare sul sito Viaggiare Sicuri se il Paese di destinazione ha imposto delle restrizioni agli italiani.
  • se il volo partirà e lo spostamento è inderogabile, portare con sé l’autocertificazione, che si può scaricare qui e poi compilare.

Ma esistono anche altri problemi pratici. Chi torna in Italia da un viaggio, può farsi venire a prendere da un parente o da un amico? La risposta è sì, purché la persona che viene all’aeroporto abbia con sé l’autocertificazione e, a scanso di equivoci, la prenotazione del volo del parente/amico stampata, in modo da dimostrare il reale motivo dello spostamento.

Volare dopo il 3 aprile. Altri lettori ci chiedono cosa fare del volo che hanno prenotato per le prossime settimane, da aprile in poi. Purtroppo, in questo momento non ci sono certezze, anche perché è probabile che, dall’Italia, la crisi sanitaria si sposti verso altri Paesi europei ed extraeuropei. L’unica cosa che è possibile consigliare oggi è di aspettare. Se il viaggio era per motivi di turismo, si può pensare a spostare la data, ma nessuno può garantire che tra due mesi sarà tutto tornato alla normalità. Spostare il viaggio al prossimo anno potrebbe essere un buon compromesso. Chi rinuncia a un volo previsto fino al 3 aprile deve essere rimborsato (anche se il volo non è cancellato), ma si può provare a chiedere il rimborso oggi anche per un volo previsto dopo il 3 aprile. In questo caso però il buon esito non è scontato. Se le misure di emergenza non verranno prorogate, è probabile che spetti solo il rimborso delle spese aeroportuali.

Voli cancellati. Ricordiamo che, se la compagnia aerea cancella il volo, il rimborso è dovuto in ogni caso e c’è il diritto alla riprotezione, cioè a essere messi sul primo volo disponibile, anche operato da altre compagnie. In questi giorni però la riprotezione potrebbe essere molto complicata. Se la cancellazione è stata comunicata meno di due settimane prima e per precisa scelta della compagnia aerea, si ha diritto anche a un risarcimento tra i 250 e i 600 euro a seconda della lunghezza della tratta. Il Coronavirus è una “circostanza eccezionale”? Il giudizio finale spetta all’autorità di settore Enac. Intanto la stessa Enac ha però chiarito che, se la compagnia aerea cancella solo il volo di andata o di ritorno, si ha diritto al rimborso anche dell’altro viaggio.

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