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Coronavirus, Brusaferro: “Curva in decrescita, ma a Natale niente viaggi né cenoni”

Nov 28, 2020
La situazione è ancora impegnativa, anche se in Italia e nel resto d’Europa è iniziata una flessione dei contagi. “Abbiamo ancora un’incidenza elevata, 321 casi per 100mila abitanti nel lasso di tempo dei 7 giorni” ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro nella conferenza stampa al Ministero della Salute, sabato mattina, commentando i dati in Italia tra il 16 e il 22 novembre. Ma ci sono Regioni che superano i 700 casi e altre che riescono a mantenersi a due cifre: la situazione è molto variegata lungo la penisola. Nel complesso, “dieci restano ancora a rischio alto. Nove in particolare sono a rischio alto da più di tre settimane e il loro sforzo sanitario rischia di essere troppo pesante”.

“La curva va verso l’appiattimento anche per quanto riguarda l’occupazione dei posti letto in area medica” ha detto Brusaferro. “All’inizio l’inversione di tendenza si osserva con l’Rt che si abbassa, poi iniziano a scendere i sintomatici e i posti letto occupati negli ospedali, solo in ultima battuta diminuisce anche il numero delle vittime, che purtroppo è attualmente ancora elevato”.

La velocità di trasmissione sta già rallentando e l’Rt ha iniziato a scendere già da qualche giorno. “Sta avvenendo un po’ in tutto il paese, in maniera significativa, grazie alle misure di prevenzione e all’impianto di monitoraggio” ha spiegato Brusaferro. “Ma non dobbiamo abbassare la guardia perché la curva è ancora molto alta, il numero di casi quotidiani resta significativo e l’impegno delle strutture sanitarie intenso. Evitare gli assembramenti, restare a distanza e usare le mascherine devono restare dei mantra per far decrescere la curva. Bisogna inoltre rispettare quarantena e isolamento, per i positivi e i loro contatti”. Un Rt “anche di poco sopra a 1 porta a un aumento dei casi”. E non ci sono solo i malati di Covid: “Riuscire a mantenere le terapie intensive per il coronairus sotto al 30% vuol dire garantire il 70% restante per altre patologie” ha detto Brusaferro.

In vista del Natale, per il presidente dell’Iss, “le prossime settimane saranno critiche. Se non rispetteremo le regole, le curve ripartiranno. Questo dovrà essere per noi un Natale unico. Con questi numeri non possiamo immaginare spostamenti di massa o raduni di persone che provengono da contesti diversi, portatori di rischi di contagio”. Speriamo, ha aggiunto il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, “che sia il primo e anche l’ultimo, di questo tipo, grazie all’arrivo dei vaccini. Dovremmo essere capaci di contemperare rigore e affetti”. Niente assembramenti nelle piazze e nelle strade per le feste, ha ribadito Locatelli. “Anche se da tre settimane assistiamo a una decelerazione dell’epidemia, e quest’ultima settimana ha fatto registrare una decelerazione più marcata. la situazione non è compatibile con la riapertura degli impianti sciistici. Auspichiamo che l’Europa adotti una voce unica e che la Svizzera non voglia diversificare la sua posizione”. Anche le messe “dovranno essere rese compatibili con le misure già adottate con la Cei. Non possiamo permetterci una nuova generazione di focolai con le feste”.

Il test rapido, come quello usato nello screening di massa a Bolzano, è capace di stabilire se si è positivi o negativi in pochi minuti. “Ma non deve diventare una sorta di patentino” raccomanda Brusaferro. “Il virus può essere contratto in qualunque momento, anche subito dopo l’esame”. Esperienze come quella di Bolzano hanno valore esclusivamente epidemiologico, per far emergere i numeri dei contagi. “Non devono farci deflettere dai comportamenti corretti”.

Mentre l’Europa ha raggiunto le 400mila vittime, in Italia l’età mediana dei contagi è ancora in leggera crescita: ha raggiunto i 48 anni. “Questo ci segnala che persone più anziane, spesso con altre patologie, contraggono l’infezione. Dobbiamo evitarlo in tutti i modi” ha aggiunto Brusaferro. “C’è stato un rallentamento dei contagi e le Regioni hanno messo in campo risorse per fare fronte all’epidemia”. Oggi il rischio di saturazione degli ospedali si sta riducendo, nota con ottimismo il presidente dell’Iss. “Notiamo una decrescita della probabilità di completa saturazione delle terapie intensive”. In rianimazione continuano a essere ricoverati soprattutto uomini più che donne, e di età in genere elevata. Anche i deceduti restano soprattutto anziani con altre patologie”.

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