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Coronavirus, attivato il ponte aereo con la Cina. Atteso per le 10 il volo militare che rimpatria gli italiani – la Repubblica

Feb 3, 2020

E’ atteso per stamattina il primo volo di rimpatrio degli italiani ancora bloccati in Cina dall’inizio della diffusione dell’epidemia del virus. A bordo 56 italiani (dieci hanno scelto di restare). Intanto è atterrato poco dopo le 6 all’aeroporto di Fiumicino, proveniente da Taipei, il primo volo della China Airlines (CI75) operato con un Airbus A350 per il rimpatrio dei turisti cinesi. L’annuncio dell’avvio, a partire da oggi, del ponte aereo da e per la Cina, era stato dato ieri dal Commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Angelo Borrello.

In mattinata dovrebbe arrivare verso le 10 dalla Cina l’aereo aereo messo a diposizione del ministero della Difesa con i 56 italiani trasferiti dalla zona di Wuhan. Resteranno due settimane in quarantena alla Cecchignola, cittadella militare a sud di Roma. Un italiano è rimasto a terra in Cina perché aveva qualche linea di febbre: secondo i protocolli dovrà ricorrere alle cure dei medici locali. Gli italiani atterreranno all’aeroporto militare di Pratica di mare intorno alle 10 e da lì saranno accompagnati alla Cecchignola di Roma. L’aereo è partito, a quanto si apprende, poco prima delle 5 del mattino locali, le 22 di ieri.

Intanto i 361 morti in Cina legati al nuovo coronavirus di Wuhan, annunciati oggi dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc), superano i decessi causati dalla Sindrome respiratoria acuta grave (Sars) che nel 2002-03 furono 349, secondo i numeri ufficiali dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Allo stato, i contagi totali del coronavirus sono 17.205, più del triplo dei 5.327 della Sars.

La Commissione sanitaria nazionale (Nhc) segnala 2.296 nuovi contagi accertati, per 17.205 casi complessivi. Si attestano a 21.558 i casi sospetti, mentre le guarigioni accelerano a quota 475.

rep

Crollano le borse cinesi, si indebolisce lo yuan

I mercati azionari della Cina continentale, nella prima giornata di riapertura dopo la lunga interruzione delle vacanze di Capodanno lunare, sono crollati lunedì di quasi il 9% nei mercati presi dal panico per l’epidemia di polmonite virale e per il suo impatto economico. L’indice composite di Shanghai ha accusato nelle prime battute un tonfo dell’8,73%, bruciando ben 259,83 punti, scivolando a quota 2.716,70 e ai minimi da febbraio 2019, mentre Shenzhen ha perso il 9%, lasciando sul floor di Borsa 158,02 punti, a quota 1.598,80.

La Borsa di Hong Kong apre la seduta in territorio negativo con i rinnovati timori sull’epidemia di coronavirus: l’indice Hang Seng cede nelle prime battute 123,03 punti, scivolando a quota 26.189,61 (-0,47%).

La Banca centrale cinese (Pboc) ha ieri annunciato una maxi iniezione di liquidità sui mercati per 1.200 miliardi di yuan (173 miliardi di dollari) per aiutare, una delle misure per attutire il contraccolpo di un atteso drammatico ritorno agli scambi, dopo un Capodanno lunare esteso di 3 giorni e una crisi del coronavirus che nel Paese ha causato 361 morti, superando i 349 legati alla Sars nel 2002-03.

Secondo quanto riportato dal 21st Century Business Herald, l’autorità di regolamentazione sui mercati finanziari (CSRC) avrebbe notificato agli intermediari la sospensione, a partire da oggi, delle vendite allo scoperto sulle azioni al fine di dare una maggiore stabilizzazione dei mercati.

Lo yuan si indebolisce sul dollaro nel mezzo dei timori sull’epidemia del coronavirus di Wuhan e sfonda quota 7, a 7,0049 (+0,99%) sui mercati onshore, mentre su quelli offshore di attesta a 7,0054 (+0,07%). La Banca centrale cinese (Pboc) ha fissato questa mattina la parità bilaterale a 6,9249, con un indebolimento del renminbi di 373 punti base.

Esperti Usa, il rischio è una pandemia

Il coronavirus sembra sempre più una pandemia: “è molto, molto trasmissibile, e quasi certamente sarà una pandemia” afferma Anthony Fauci, il direttore dell’istituto americano per le allergie e le malattie infettive.

Gli scienziati, riporta il New York Times, non sanno ancora quanto letale sia il coronavirus che si sta diffondendo più come un’influenza che come le ‘cugine’ Sars o Mers. Ed è proprio la sua rapida diffusione a preoccupare. Secondo alcuni modelli il numero reale di casi è di 100.000 o più.

Cina, ferme 24 aree pari all’80% del Pil

Sono almeno 24 tra province e municipalità cinesi, come Shanghai, Chongqing e il Guandong, che hanno rinviato la ripresa delle attività economiche e produttive a non prima del 10 febbraio per i timori di contagio del coronavirus di Wuhan.

Sono aree, ha scritto venerdì il Quotidiano del Popolo, che nel 2019 hanno pesato per oltre l’80% in termini di contributo al Pil della Cina e per il 90% all’export. L’Hubei, cuore dell’epidemia, non ripartirà prima del 14 febbraio, sempre che non si richieda una “appropriata estensione” del periodo di ferie.

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